Allagamenti e roghi dolosi in Puglia
Le fiamme e i temporali stanno minacciando l’estate pugliese. Le fiamme degli incendi nel territorio del Gargano e i nubifragi di metà luglio hanno colpito la zona del barese e il Salento. I campi agricoli e i terreni sono stati falcidiati dalle calamità naturali, per quanto riguarda gli acquazzoni e causa ancora da decifrare per i roghi. I piccoli Comuni pugliesi vivono di economia agricola, di piccola imprenditoria e per molte aziende e famiglie si prevedono gravi danni.
Un incendio nelle zone garganiche tra Vico e Ischitella ha costretto l’evacuazione di alcuni abitanti dei Comuni. Per spegnere le fiamme, alimentate dal forte vento, gli interventi dei Vigili del Fuoco si sono prodigati nell’arco della notte e il fumo nero ha reso l’aria irrespirabile anche nelle zone più distanti come Rodi Garganico e Peschici dove i turisti sono stati messi in allarme.
Il nord pugliese non è nuovo a questo tipo di incidenti; i roghi del 2007 hanno letteralmente mandato al collasso l’economia della zona. Il comandante dei Vigili del Fuoco di Foggia, Luigi Diaferia, in seguito alle operazioni di spegnimento, ha sottolineato la presenza di diversi fronti del rogo, indizio che potrebbe condurre alla mano dell’uomo, ma sono in corso gli accertamenti. Senza dubbio 400 ettari di terra sono stati distrutti, oltre a decine di depositi privati.
A complicare l’estate pugliese si è messo anche il maltempo che in poche ore ha creati pericolosi allagamenti e interruzioni di arterie stradali sempre sul Gargano, precisamente a San Marco in Lamis e San Giovanni Rotondo provocando danni di oltre 250 mila euro. Acquazzoni e temporali non hanno risparmiato le altre zone della Puglia. Ad Acquaviva delle fonti, nel barese, una violenta bomba d’acqua di portate enormi ha allagato case e negozi, senza fortunatamente creare feriti. Temporali si sono abbattuti nel Salento con grossi allagamenti nella zona di Maglie provocando la caduta di alberi e una tromba d’aria ha messo nei guai i turisti a Gallipoli. Non si sono registrati gravi danni, ma certamente in questa zona a subire le conseguenze del maltempo sono gli stabilimenti balneari, soprattutto in questo periodo in cui il turismo rientra tra i punti di forza e di ricchezza dall’intero tacco d’Italia. Occorre ricordare che la Puglia è tra le prime tre mete turistiche italiane.
Acquazzoni e fiamme sono probabilmente da attribuire alle contradditorie condizioni climatiche che alterano giornate bollenti che superano i 40° ad altre nuvolose che scatenano improvvisi nubifragi che coglie impreparati imprenditori e abitanti. Se poi si aggiungono anche gli incendi degli ulivi nel Salento, bruciati quelli infettati dalla Xylella, che hanno distrutto 300 ettari di oliveti, non si escludono le cause dolose.
Se oltre a Madre natura, in questi casi, ad ostacolare è anche la mano dell’uomo, è davvero un po’ difficile “Venire a ballare in Puglia” come canta Caparezza.