Alla Svizzera la Coppa Davis

Al termine di una settimana ricca di emozioni e colpi di scena, i rossocrociati si aggiudicano l’edizione numero 103 del prestigioso torneo a squadre di tennis maschile
Federer

Una sfida di Coppa Davis, normalmente, dura lo spazio di appena tre giorni: il venerdì si disputano i primi due singolari, il sabato il doppio, e la domenica si finisce con le ultime due partite di singolare. Al contrario di quanto avviene nei tornei individuali, che durano di solito una o due settimane ciascuno, un turno di questa competizione a squadre si svolge quindi abbastanza rapidamente, in definitiva nello spazio di un solo fine settimana.

A volte, però, può capitare che una sfida di Coppa Davis duri effettivamente molto di più, come accaduto ad esempio in occasione di quella andata in scena negli ultimi giorni, valevole peraltro come atto conclusivo della 103° edizione di questo prestigioso torneo. Parliamo, per chi non avesse avuto la fortuna di seguirlo, dell’incontro tra la Francia, padrona di casa, e la Svizzera, capitanata da quel Roger Federer che è ormai unanimemente considerato come uno dei tennisti più forti di sempre.

Alla vigilia, gli ingredienti per assistere a un grande spettacolo c’erano tutti. Se da un lato, infatti, c’era la squadra ospitante, un team davvero competitivo composto di quattro giocatori (Jo Wilfried Tsonga, Gael Monflis, Julien Benneteau e Richard Gasquet) tutti compresi nelle prime trenta posizioni del ranking mondiale, dall’altro c’era la formazione elvetica, che poteva schierare solo due “punte”, ma di assoluto livello (oltre al già citato Federer anche quello Stanislas Wawrinka che in questo momento occupa la quarta posizione della classifica mondiale).

A rendere il tutto ancora più interessante, la scelta dei francesi di giocare su un campo in terra rossa indoor (non certo la superficie preferita degli svizzeri!), e per dipiù a Lille, in uno stadio di calcio riconvertito in campo da tennis capace di ospitare oltre 27.000 spettatori (e tutti sanno quanto possono essere “calorosi” i tifosi transalpini quando gioca la loro squadra). Nonostante questi “accorgimenti” messi in atto dai francesi, quasi tutti gli addetti ai lavori davano comunque la Svizzera come grande favorita.

Dopo la semifinale del Masters disputata dieci giorni fa a Londra proprio tra Federer e Wawrinka, tutto è stato però improvvisamente rimesso in discussione: durante quella partita, infatti, Federer ha avvertito il riacutizzarsi di un vecchio fastidio alla schiena (lo stesso disturbo che lo aveva tanto limitato nel corso del 2013).

Alla fine è riuscito in qualche modo a vincere (salvando tra l’altro ben quattro match-point), ma il giorno dopo, proprio a causa di questo problema fisico, è stato costretto a rinunciare a disputare la finale contro il serbo Novak Djokovic. Inoltre, l’eccessivo e chiassoso tifo della moglie e del padre di Roger durante il match, ha provocato un piccolo “incidente diplomatico” con il suo amico e connazionale Stanislas, non certo quello di cui ha bisogno una squadra alla vigilia di una gara così importante come la finale di Davis.

L’attesa degli appassionati di tennis per l’atto conclusivo della stagione tennistica 2014, già in precedenza molto alta, è cresciuta così a dismisura nel corso dell’ultima settimana. Federer per tre giorni non è riuscito ad allenarsi, e tutti si chiedevano se alla fine (ed eventualmente in che condizioni) sarebbe riuscito a giocare.

Sciolte all’ultimo minuto le riserve, si è arrivati così a venerdì, primo giorno di gara, e la sfida tra le due squadre è cominciata con l’incontro tra Wawrinka e Tsonga, un match per lunghi tratti a senso unico che lo svizzero si è aggiudicato con il punteggio di 6-1 3-6 6-3 6-2, regalando il primo punto alla formazione rossocrociata.

Nella partita successiva, un Federer quasi mai in partita e visibilmente condizionato dal fastidio alla schiena è stato però sconfitto in meno di due ore (6-1 6-4 6-3) da un Monfils in stato di grazia che, trascinato anche dallo scatenato pubblico francese presente nello stadio, ha portato la sfida sul punteggio di 1-1. «Anche se oggi fossi stato al 100% Gael sarebbe stato difficile da battere. Lui ha disputato il match che doveva, e alla fine ha vinto il giocatore migliore – ha dichiarato a caldo Roger, confermando pur in un momento difficile la sua proverbiale sportività –. Ma sto meglio, e sono ottimista per i prossimi giorni», ha aggiunto, anche se vedendo come aveva appena giocato erano davvero in pochi a credergli.

A quel punto, considerate le precarie condizioni fisiche di Federer, se i transalpini avessero confermato sul campo il ruolo di grandi favoriti nel doppio in programma sabato la vittoria sarebbe stata davvero alla portata dei francesi. Invece … con un colpo di scena inaspettato il c.t. elvetico, nel tentativo di riportarsi subito in vantaggio (considerate che nelle ultime dieci finali di Davis chi si è trovato avanti 2-1 dopo il doppio ha poi vinto per ben nove volte), ha deciso di schierare in doppio i due big Federer e Wawrinka, anziché Marco Chiudinelli e Michael Lammer.

Una mossa a sorpresa, che presentava però non pochi rischi anche alla luce delle recenti “frizioni” tra i due connazionali. Roger e Stanislas, smentendo i più scettici, hanno dato vita invece a una partita quasi perfetta, incitandosi punto dopo punto, scambiandosi continuamente consigli, sostenendosi reciprocamente in ogni momento. Il netto punteggio finale (6-3 7-5 6-4 contro il duo formato da Gasquet e Benneteau), non ha bisogno di molti commenti.

Poi, domenica, altro colpo di scena: un redivivo Federer, davvero trasformato dopo il successo in doppio, e ben altro tennista rispetto a quello statico e insicuro “preso a pallate” da Monfils appena due giorni prima, esibendo un tennis a tratti incantevole ha avuto facilmente la meglio (6-4 6-2 6-2 il punteggio in favore dello svizzero) su un Richard Gasquet che, all’ultimo minuto, ha dovuto sostituire (ennesimo colpo di scena) il numero uno francese Tsonga, vittima a suo volta di un problema al gomito.

Alla fine di una sfida di Coppa Davis che non è durata solo gli abituali tre giorni, la Svizzera ha così conquistato la prima “insalatiera d’argento” della sua storia, mentre “Sua Maestà” Roger Federer, visibilmente emozionato a fine gara, ha portato a casa il trofeo che ancora mancava per completare la sua straordinaria bacheca.

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