Alla scoperta dell’Aquila
In questo nono appuntamento della nostra rubrica “L’Italia nascosta”, dopo aver scoperto la Valle d’Aosta e il suo capoluogo di regione, lasciamo il nord Italia e ci riportiamo sulla costa adriatica del nostro paese. Visiteremo insieme oggi una città abruzzese che sorge nell’entroterra, quasi sul confine con il Lazio. È una città ricca di storia e che ne ha passate tante, soprattutto a causa della forte sismicità del territorio sul quale è stata costruita. Avete capito di quale città stiamo parlando?
Oggi vi porteremo a L’Aquila, capoluogo della regione Abruzzo. Nonostante sia una città di piccole dimensioni, con solo 69671 abitanti (dato aggiornato al 30/04/2020, L’Aquila è famosa in tutta Italia per la preziosità del suo centro storico e la bellezza delle sue architetture religiose, ma non solo. È dal Trecento (o forse anche prima) che la città abruzzese è soggetta a forti scosse sismiche e la più potente del nuovo millennio è stata quella dell’aprile 2009, che ha veramente messo in ginocchio l’intera città e ha preoccupato l’intero Paese. Ma noi oggi, con questa tappa della nostra rubrica “L’Italia nascosta”, vorremmo proprio far rivivere questa città così ricca di storia e di tradizione, dimostrando la sua forza e la sua resilienza, caratteristiche che hanno sempre contraddistinto l’animo dei suoi abitanti.
Ma prima facciamo un passo indietro. Il nome della città dell’Aquila sembra derivare dal luogo stesso in cui la città sorge. Nell’antichità, infatti, quel territorio era ricco di sorgenti e veniva chiamato Acquilis o anche Acculae. La fondazione della città in ogni caso fu attribuita all’imperatore Corrado IV, che scelse come nome per la nuova città il nome di Aquila, che riprendeva il toponimo già esistente, ma che richiamava anche l’emblema dell’aquila imperiale, ancora oggi presente nello stemma della città.
Iniziamo il nostro percorso alla scoperta dell’Aquila visitando il Museo nazionale d’Abruzzo, anche conosciuto come MUNDA. Questo polo museale è una delle eccellenze della regione ed è una preziosa fonte per ricostruirne la storia. Strutturato in sei sezioni che vanno dall’epoca romana al XVII secolo, il MUNDA merita assolutamente una visita, non solo per la sua ricchezza artistica ma anche per essere uno dei simboli della rinascita abruzzese post sisma del 2009. Il Museo, infatti, si può dire abbia avuto due vite e la seconda è iniziata nel 2015 con il trasferimento nella nuova sede (la sede originaria è ancora sotto restauro a causa dei danni subiti dal terremoto) e la riapertura al pubblico.
Proseguiamo poi la nostra visita della città raggiungendo il Duomo dell’Aquila. Purtroppo, dal sisma dell’aprile 2009, non è possibile visitare l’interno della Cattedrale dedicata ai Santi Massimo e Giorgio perché i lavori di restauro non sono ancora cominciati. Noi ci accontenteremo di vederla da fuori e di sapere che altre volte la cattedrale è stata messa in pericolo da sismi e catastrofi naturali, ma, nonostante ciò, è sempre tornata ad essere casa per i propri fedeli. Speriamo allora che anche questa volta ci sia un lieto fine.
La stessa sorte del Duomo è toccata anche al Forte Spagnolo dell’Aquila, anche noto come castello cinquecentesco. È il nome stesso di questo monumentale edificio a raccontarci il motivo della sua costruzione. Il castello, infatti, è stato eretto nel XVI secolo durante la dominazione spagnola nell’Italia meridionale ed è stato parte di un grande progetto di rafforzamento militare da parte dell’esercito di Spagna. Dopo essere stata dal 1951 sede del prima citato MUNDA, il Forte Spagnolo dell’Aquila è ora inagibile e sottoposto a lavori di restauro dal 2011.
Come ultima tappa di questa nostra visita della città, vi consigliamo di non perdervi la Basilica di Santa Maria di Collemaggio. Essa è considerata il simbolo religioso della città dell’Aquila e l’edificio che esprime al meglio lo stile dell’architettura religiosa abruzzese. Fondata nel 1288 da papa Celestino V, la basilica è stata dichiarata monumento nazionale nel 1902. In seguito al sisma del 2009 è stata sottoposta a lavori di restauro, che si sono conclusi nel 2017, e che le sono valsi il premio per il patrimonio culturale dell’Unione Europea di quest’anno 2020.
Se doveste passare a L’Aquila durante l’ultima settimana di agosto, in particolare dal 23 al 29 del mese, potrete assistere all’evento storico-religioso dell’anno: la Perdonanza Celestiniana. La ricorrenza, dal 2011 “Patrimonio d’Italia per la tradizione” e dal 2019 iscritta alla “Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità” dell’UNESCO, è stata istituita nel 1294 da papa Celestino V attraverso la “Bolla del Perdono”, con la quale concesse l’indulgenza plenaria a chiunque fosse entrato nella basilica di Santa Maria di Collemaggio dai vespri del 28 agosto a quelli del 29. I tre appuntamenti principali dell’evento sono il cammino del Fuoco del Morrone, il corteo della Bolla e l’apertura della Porta Santa della basilica di Santa Maria di Collemaggio.