Alla scoperta dei tesori di Firenze
Per la prima volta, nel pomeriggio del 12 novembre, i partecipanti al 5° convegno ecclesiale nazionale si sono aperti al dialogo con Firenze e la sua Chiesa ed hanno potuto scegliere anche il Centro internazionale studenti G. La Pira per avvicinarsi alle realtà e alle esperienze ecclesiali, pastorali, sociali e culturali.
Gli altri punti di incontro hanno spaziato fra storia e testimonianza cristiana nella Firenze dei primi tempi fino ai nostri giorni: quindi da sant'Ambrogio a san Zanobi, passando per il Beato Angelico, Savonarola, san Filippo Neri, santa Maria Maddalena dei Pazzi, fino ad arrivare a don Giulio Facibeni, al cardinale Elia Dalla Costa, a Giulio La Pira e, ultimo fra tutti, a don Milani.
I delegati hanno potuto conoscere da vicino la vita pastorale della chiesa fiorentina oggi, con l'evangelizzazione di giovani ed adulti, anche attraverso i mezzi di comunicazione sociale, alimentata da forme di vita monastica e da spiritualità che agiscono come finestre aperte sulla città, attente al dialogo ecumenico e a quello interreligioso.
Su questo tessuto si innesta il servizio della carità, che è ben radicato nella Firenze di oggi, dove sussistono ancora le forme più antiche come la Misericordia di Firenze, Confraternita per l'assistenza ai malati, la più antica istituzione privata di volontariato, fondata nel 1244 da san Pietro martire per dare visibilità alla fede cattolica contro l'eresia catara, lo Spedale degli Innocenti, citato da papa Francesco a proposito della medaglia spezzata dalla madri per un eventuale riconoscimento dei figli lasciati lì fin dal 1445, l 'Ospedale di Santa Maria Nuova, fondato nel 1288 da Folco Portinari convinto a questa impresa da monna Tessa nutrice della figlia Beatrice, la Congregazione dei Bonomini di san Martino iniziata nel 1441 dal domenicano Sant'Antonino e rivolta ai "poveri vergognosi", persone facoltose cadute in miseria, e non soppressa da Napoleone a differenza di tante altre, perché le casse erano vuote (per statuto i beni vanno subito distribuiti ai poveri). Ci sono anche forme di carità "moderne", come l'Albergo popolare, la Caritas diocesana, il Centro di aiuto alla vita di san Lorenzo, progetti di solidarietà rivolti al recupero dei detenuti, al disagio giovanile, all'infanzia, soprattutto colle adozioni a distanza e le mense sparse per la città (in quella di san Francesco poverino, di fronte allo Spedale degli Innocenti, ha pranzato papa Francesco).
Non poteva certo mancare nella Firenze culturale l'incontro con le basiliche fiorentine custodi dei valori culturali in esse contenuti, con musei, gallerie, biblioteche cuore del sapere e del dialogo, senza trascurare esperienze artistiche che si sono affermate di recente e figure di teologi, scienziati ed educatori e fra questi Padre Balducci e la sua eredità spirituale.
Un altro luogo dove i partecipanti al convegno sono andati durante le serate del convegno è il Complesso di Santa Croce per ascoltare Dante; un percorso corale, sonoro e olfattivo nei versi della Divina Commedia. I convegnisti, in piccoli gruppi, sono stati accompagnati lungo tre diversi ambienti a cui corrispondono tre differenti esperienze sensoriali: la Cripta, la Sacrestia (che ospita il Crocifisso di Cimabue) e la Cappella dei Pazzi, ognuno dedicato a una Cantica della Divina Commedia e caratterizzato da una specifica timbrica acustica e olfattiva. Dalla lugubre e opprimente tensione dell’Inferno in cui i dannati vivono senza sperare e senza poter raccontare la propria storia, se non a Dante e per una sola volta nell’eternità, si passa nel Purgatorio alla gloria della Natura, riflesso terrestre e materiale dell’armonia divina, per poi arrivare nel Paradiso a contemplare attraverso il riflesso la luce di Dio e infine, nell’abbaglio, venir meno.
Gruppi di persone, fra cui personalità della vita pubblica e dello spettacolo, detenuti, persone comuni, ragazzi, bambini, stranieri popolano le tre cantiche recitando per lo spettatore alcune terzina della Divina Commedia.
Un grande progetto a cui le persone partecipano, dando vita a un affresco corale e popolare che reinterpreta i paesaggi sonori e sensoriali della Divina Commedia, rendendo percepibili allo spettatore i suoni, i rumori e gli odori descritti da Dante.