Alla ricerca di sé stessi

Cosa siamo in questo mondo che viaggia a velocità supersonica, ci brucia la vita – sentimenti, rapporti, lavoro – fino a dimenticare la nostra parte più interiore? Il film è "Troppa Grazia" di Gianni Zanasi, miglior film europeo a Cannes

Smarrimento, ecco cosa vive Lucia (Alba Rorhwacher), una giovane geometra di provincia, sola con una figlia adolescente introversa, un compagno (Elio Germano) con cui litiga e che caccia di casa. Ha un lavoro, che un impresario-politico di bocca buona (Giuseppe Battiston) decide di farle fare per buon cuore e soprattutto perché lei è pignola e poi disponibile a passare sopra le leggi che vorrebbero inedificabile il terreno su cui dovrebbe sorgere un centro modernissimo. Solo che a Lucia, un giorno, improvvisamente compare una sconosciuta, che crede sia una migrante a cui dare dei soldi, mentre lei si rivela come la Madonna. Lucia è inebetita, anche perché non è credente – ha ricordi confusi di una infanzia in cui credeva un po’ «a queste cose, Gesù, la Madonna, eccetera» – e poi perché la Madonna le chiede di andare dagli uomini e costruire in quel luogo una chiesa. La donna crede di avere delle allucinazioni, va dallo psichiatra, ma la visione continua: è una Madonna non tradizionale, decisa e manesca.

Germano, se arrivasse Gesù sarebbe respinto a largo

La gente viene a sapere della cosa e Lucia passa per una matta, anche la figlia non la capisce: del resto, l’apparizione arriva nei momenti più impensati, pure durante il party per festeggiare l’inizio dell’impresa. Lentamente però Lucia si lascia portare da questa visione, con conseguenze molto spiazzanti, se non altro perché avverte il bisogno dentro di sé dell’interiorità e della sincerità, di non arrendersi alle avversità, come accade all’ex compagno e al giovane geometra Fabio (Daniele De Angelis) con delle soluzioni inattese.

Germano, se arrivasse Gesù sarebbe respinto a largo

Il film è bello, specie nella prima parte, mentre nella seconda il ritmo si fa più incerto nel trovare una conclusione. In questo lavoro, che non è un film “religioso”, il centro sembra essere nel bisogno di Lucia – e in lei di tutti noi – di ritrovare l’innocenza, la realtà spirituale di fronte a un mondo fondato sulla sola immanenza spiccia senza troppi valori: Lucia – donna del nostro tempo, che dialoga con la Madonna senza inibizioni (i dialoghi sono spigliati e realistici) – è spinta a riflettere sulla possibilità che esista il mistero, che tutto non si fermi all’orizzonte del visibile, per quanto sia quasi impossibile crederci, come la fonte sotterranea che verrà trovata.

Alba Rorhwacher è in una delle migliori interpretazioni come Elio Germano, diverso dai soliti cliché, in un lavoro svelto, poetico nella visione della natura, nostalgico in fondo di una innocenza, di una infanzia aperta al mistero, come forse accade in qualche modo in Lucia e in qualche altro (il padre, Fabio), ognuno come sceglie. Esce il 22 novembre.

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