Alla ricerca di Dio e di fraternità

Istantanee del viaggio del papa a Milano: il saluto accogliente del sindaco Pisapia e il concerto alla Scala
papa a milano

Il saluto del sindaco Pisapia

Al sindaco Pisapia tocca il saluto di accoglienza. «Da qui, da Milano che grazie a lei è al centro del mondo, può partire un messaggio forte per la tutela della realtà familiare», ha detto il sindaco. «Voglio da qui lanciare un messaggio di speranza: lavoreremo insieme perché nessuno si senta più solo».

«Sono molto lieto di essere oggi in mezzo a voi e ringrazio Dio, che mi offre l'opportunità di visitare la vostra illustre città», ha esordito il Pontefice. «Il mio primo incontro con i milanesi avviene in questa piazza del Duomo, cuore di Milano, dove sorge l'imponente monumento simbolo della città. Con la sua selva di guglie esso invita a guardare in alto, a Dio. Proprio tale slancio verso il cielo ha sempre caratterizzato Milano e le ha permesso nel tempo di rispondere con frutto alla sua vocazione: essere un crocevia – Mediolanum – di popoli e di culture».

 

Benedetto XV, la nona di Beethoven e il maestro Daniel Barenboim

Mentre la Scala si riempie, l’occhio cade sui numerosissimi cardinali e vescovi che guardano il programma che di lì a poco andrà a cominciare. Sguardi, saluti. Respiri profondi: un porporato esausto appena sprofondato nella poltrona, viene colto da un colpo di sonno e comincia a russare profondamente. Un inserviente si dirige immediatamente verso la fonte di cotanto rumore, ma alla vista dell’Eccellenza si blocca, sorride, alza le spalle e andandosene mormora: "riposi in pace".

Comincia la musica. Il papa ascolta attento e sicuramente gioisce per questa stupenda esecuzione tanto che alla conclusione dell’ora e mezza di concerto si è alzato in piedi, dando il via a una standing ovation di oltre 10 minuti rivolta al direttore d'orchestra. «Grazie al maestro Daniel Barenboim, anche perché con la scelta della Nona Sinfonia di Beethoven ci permette di lanciare un messaggio con la musica che affermi il valore fondamentale della solidarietà, della fraternità e della pace».

«Su questo concerto, che doveva essere una festa gioiosa in occasione di questo incontro di persone provenienti da quasi tutte le nazioni del mondo, vi è l’ombra del sisma che ha portato grande sofferenza a tanti abitanti del nostro Paese. Le parole riprese dall'Inno alla gioia – ha notato il Papa, commentando l'esecuzione della celebre composizione di Beethoven sul testo di Schiller – suonano come vuote per noi, anzi, sembrano non vere. Non proviamo affatto le scintille divine dell'Elisio. Anche l'ipotesi che sopra il cielo stellato deve abitare un buon padre, ci pare discutibile. Il buon Padre è solo sopra il cielo stellato? La sua bontà non arriva giù fino a noi?».

«Noi – ha spiegato il Pontefice – cerchiamo un Dio che non troneggia a distanza, ma entra nella nostra vita e nella nostra sofferenza. Non abbiamo bisogno di un discorso irreale di un Dio lontano e di una fratellanza non impegnativa. Siamo in cerca del Dio vicino. Cerchiamo una fraternità che, in mezzo alle sofferenze, sostiene l'altro e così aiuta ad andare avanti».

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