Alla ricerca della sapienza
L’incontro tra un carisma e il patrimonio culturale fiorito dalla spiritualità dell’unità. Un percorso di vita e di studio. Verso nuove frontiere della comunione.
Sono Maria Goretti della Congregazione delle Figlie di Santa Teresa di Gesù Bambino. Vengo dal Burundi e vivo in comunità a Rovigo.
A dodici anni ho conosciuto il Movimento dei Focolari. Mi colpii tanto il modo di amare e il programma: “che tutti siano uno” (cf. Gv 17, 21). Dopo alcuni anni, a causa della persecuzione, non potevamo più incontrarci e così persi tutti i contatti col Movimento.
Intanto maturò in me la decisione di consacrarmi a Dio. Leggendo un libretto che parlava di santa Teresa di Gesù Bambino, mi sembrò che la sua vita rispondesse a quanto cercavo e chiesi di entrare nella congregazione che porta il suo nome.
La congregazione è nata nel 1931 dal primo vescovo missionario in Burundi e si ispira alla spiritualità della piccola Teresa. È un istituto di vita attiva che ha come motto: “Nel cuore della Chiesa mia Madre, sarò l’amore”. S’impegna a fare conoscere a tutti che Dio è Padre, Amore misericordioso. Ciò che santa Teresa ha vissuto nel Carmelo lo si vuol portare nel mondo.
Dopo la professione le mie superiore mi hanno destinato in Italia per continuare gli studi e così ho potuto riprendere i contatti con il Movimento. La spiritualità dell’unità mi è stata di grande aiuto nei momenti più difficili della mia vita.
Ero già da quattro anni lontana dal mio paese, con tanta nostalgia di mio papà, quando ho ricevuto la notizia della sua morte, che ho potuto accogliere come volontà di Dio, riconoscendo in questo dolore Gesù crocifisso e abbandonato.
Anche nella vita quotidiana della comunità, nelle difficoltà e incomprensioni, spesso penso all’arte di amare di Chiara Lubich: amare tutti, amare per prima, vedere Gesù in tutti, farsi uno… Allora invece di rimanere nel dolore o di allontanarmi dalle persone, ricomincio subito il rapporto con la sorella.
Economia e unità
Recentemente ho vissuto un’esperienza che sento un dono di Dio molto grande e che mi ha fatto sperimentare il frutto della comunione fra carismi.
Frequentavo la Facoltà di Economia presso l’Università di Ferrara e nel corso dell’ultimo anno veniva richiesto un tirocinio presso un’azienda. Pensai allora di rivolgermi al Polo Lionello di Loppiano, dove sono presenti varie aziende che fanno riferimento alla proposta dell’economia di comunione. Sia la superiora generale che il Polo risposero positivamente alla mia domanda.
L’economia di comunione è un modo di fare economia che rivoluziona la prassi corrente. Infatti, nel campo dell’economia si insegna come combattere i concorrenti, come essere buoni per fidelizzare i clienti, come incentivare i dipendenti per aumentare la produzione…
Però mai si oserebbe parlare di fraternità, di gratuità, di dono di sé, di coinvolgimento di tutti negli affari dell’azienda, come se questa fosse una comunità o una famiglia, o addirittura di mettere insieme gli utili per i bisognosi e considerare questi ultimi come facenti parte dell’azienda.
Tanti imprenditori che hanno aderito al progetto dell’economia di comunione sono riusciti a fare entrare nel loro progetto i poveri, i clienti, i fornitori, tutti, addirittura anche i concorrenti.
A Loppiano, però, mi attendeva un altro dono di Dio. Un giorno una focolarina mi propose di continuare la mia specializzazione all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano.
L’Istituto, espressione del Movimento dei Focolari, è stato fondato da Chiara Lubich con l’intento di promuovere l’unione tra la sapienza divina e le scienze umane, mediante iniziative accademiche e pedagogiche nella luce del carisma dell’unità.
Vuole essere un laboratorio di dialogo, di amore e di unità tra gli studenti e tra le varie discipline. Anche gli studenti sono costruttori e protagonisti in tutto e i professori sono impegnati nel pieno dialogo con gli studenti, sia durante le lezioni che negli altri momenti.
Poter frequentare questo Istituto mi sembrava impossibile: abituata ad avere solo il necessario, per me sarebbe stato chiedere troppo. Però mi sono sentita spinta a chiedere il permesso alla mia congregazione. La decisione del consiglio fu positiva, nonostante la difficoltà di lasciare da sole le due consorelle della mia comunità, perché la proposta di Sophia venne considerata come un contributo per tutta la congregazione.
Scuola d’amore
Oltre a frequentare le lezioni a Loppiano, avrei continuato a Ferrara il lavoro per la tesi. Ad un certo punto dovevo fare l’analisi del bilancio di una delle aziende più grandi aderenti al progetto dell’economia di comunione, ma non trovavo il materiale necessario.
Una settimana prima dell’appuntamento con il professore, giorno degli Angeli custodi, casualmente ne parlai con una professoressa di Sophia che, nonostante l’ora tarda, si mise subito a contattare i consulenti delle aziende. Così, attraverso l’amore dei fratelli, ho sperimentato un nuovo intervento di Dio.
Nel giro di cinque giorni ebbi tutto il materiale e il giorno fissato riuscii a consegnare i primi capitoli della tesi. Il professore, dopo aver letto con tanta passione il mio scritto, ha capito l’economia di comunione e ha cercato di mettere a fuoco la novità del progetto.
Alla fine era felice del risultato conseguito, come se fosse stato un suo lavoro personale. “La dobbiamo far conoscere”, mi disse convinto! Dopo la tesi, ha voluto mettersi in contatto col Polo Lionello “per poter aiutare come posso”.
Alla discussione della tesi di laurea sentivo che tutti erano con me: i componenti di Sophia, la mia congregazione, le religiose e consacrate del Centro internazionale di spiritualità “Casa Emmaus” di Loppiano. Ed ero tranquilla e forte come mai nella mia vita. Tutto andò bene e i presenti rimasero colpiti, sentendo che esiste un altro modo di fare economia.
Attualmente vivo ancora a Loppiano. Frequentando l’Istituto Sophia sperimento che esiste una modalità nuova di concepire lo studio e la cultura: non è solo la ragione, che ci guida, ma soprattutto è la Parola vissuta e l’amore a Dio e ai fratelli che danno vita alla Sapienza.
Nella Casa Emmaus vivo fianco a fianco con religiose e consacrate di diverse congregazioni e istituti, provenienti attualmente da vari paesi: Vietnam, Italia, Nigeria e Brasile. In questa forte esperienza di comunione trovo tutta la spiritualità di santa Teresa così come la mia congregazione me l’ha trasmessa. Vivendo fra noi l’amore scambievole, ciascuna scopre o capisce di più il suo carisma, la sua regola, e s’impegna a viverla.
Partecipiamo anche alla vita di tutta la cittadella! Ci arricchiamo delle esperienze delle famiglie, dei giovani, dei sacerdoti, dei religiosi e di tutti coloro che passano a Loppiano. Ciascuno vive la propria vocazione, ma insieme costruiamo un’unica realtà: la fraternità universale.