Alla ricerca della felicità

Monica è una giovane educatrice, ha 29 anni ed è originaria di Cuneo, in Piemonte. È la terza di tre fratelli e, sin da piccola, ha fatto parte del Movimento dei Focolari. Spiega che all’inizio la portavano agli incontri i suoi genitori, ma crescendo ha iniziato a porsi delle domande su quello che questa realtà dava alla sua vita. «Ho realizzato che fa parte di me, della mia identità; me ne sto rendendo conto ogni volta di più, perché sento che sono al mio posto, mi sento a casa… mi sento bene».
Da qualche mese, Monica ha fatto un passo in più, facendo una scelta insolita, inattesa e da alcuni incompresa. Ma per conoscerla dobbiamo guardare un po’ indietro. Tre anni fa, durante i periodi di lockdown, si è formato un gruppo di giovani ragazze orientate all’accompagnamento vocazionale. Non tutte si conoscevano tra di loro, ma hanno legato fortemente. I primi incontri si tenevano online, e «ogni volta c’era qualcosa in più che cresceva», afferma Monica.
Durante la Settimana Santa 2023, Monica partecipa a un congresso a Loppiano sul tema della vocazione, per capire se la sua strada è la vita consacrata. Sono 10 giorni molto forti, in cui racconta che le si è spalancato tutto un mondo interiore: «I temi sono stati trattati con una chiave di lettura nuova, quindi non ho scoperto cose nuove sul Movimento ma le ho riviste in un’ottica diversa! È stato incredibile il clima tra le ragazze che hanno partecipato, per me è stato illuminante». Le tematiche sono legate ai propri dolori e fragilità, alla convivenza con persone di altre culture, alla vita in focolare…
Sin dall’inizio di questo percorso, la giovane si era posta delle domande sulla vita in focolare, ed è in questo contesto così speciale, durante un dialogo nato casualmente con una focolarina, che viene a conoscenza di un progetto a Vienna dove esiste un focolare di discernimento vocazionale. Questa scoperta le rimane dentro, accendendo una lucina nel suo cuore. Lei ci pensa tanto, poi condivide quello che sta sperimentando.
Tornata a casa, prende un paio di mesi per rifletterci e vedere se il desiderio rimane vivo nel tempo… ed infatti non si spenge. Così, comunica ai genitori la volontà di andare a fare un’esperienza di discernimento di 4 mesi nella capitale austriaca. Monica mi racconta che loro non hanno capito subito la sua decisione, pensando che si trattasse di una scelta affrettata. Tuttavia, ricorda come dopo un periodo di vacanze a Loppiano sono tornati con una luce diversa.
La strada del focolare non è semplice da comprendere, è difficile capire che tipo di scelta sia, sicuramente non comune. Anche alcuni dei suoi amici non riescono a comprenderla. Per Monica si tratta di una bella sfida, perché nel mondo che la circonda si sta un po’ perdendo l’aspetto della religione. In più, la scelta della consacrazione – che lei non ha ancora fatto – riguarda il tu per tu con Dio, e porta a vivere in un certo modo: «Ti fa stare sotto i riflettori, non ti puoi permettere di sbagliare, perché altrimenti entri in contraddizione, divieni incoerente rispetto a quello che dici».
Per adesso, la 29enne è felice in focolare, dove le giornate sono dense e intense. Da alcune settimane segue un corso di tedesco al mattino e studia nel pomeriggio, mentre di sera e nel weekend ci sono sempre delle attività comunitarie, incontri e momenti di convivialità. Insieme a lei vivono altre due ragazze, una romena e una argentina, e 4 focolarine. «In focolare mi sento bene, a casa, in famiglia… provo un’estrema libertà nella mia vita quotidiana. È l’esperienza giusta per me, mi sta portando a conoscere nuovi aspetti di me e a ritrovare delle competenze che non avevo messo a frutto. È bello ri-conoscersi. Qui sto scrivendo una nuova pagina della mia storia, è come se fossi nata una seconda volta. Vorrei cambiare tanti aspetti di me, tornare a casa come una persona diversa».

Mi interessa conoscere quali sono i suoi dubbi in questo momento, e approfondiamo la questione. «Mi sto chiedendo qual è la strada in cui io posso essere pienamente felice, realizzata… sono alla ricerca della felicità. Mi piacerebbe arrivare a fine vita e dire: “La mia vita è stata piena, la rifarei esattamente così, non cambierei niente”. Mi sto chiedendo: dove posso trovare questa felicità costante, nonostante gli alti e bassi? Il dubbio è quello di capire se riesco a trovarla in focolare, sapendo che dovrei rinunciare ad altro. Ce la faccio a rinunciare ad avere una famiglia? È molto bello dedicarsi agli altri in tutto, senza se e senza ma, amare gli altri come sé stessi».
E allora cerco di capire anche quali sono i suoi desideri per i mesi a venire. «Vorrei che questi 4 mesi mi portassero a decidere qualcosa della vita. Ma non voglio vivere con affanno, con l’ansia di dover trovare una risposta… a volte le risposte arrivano dopo». Mi confessa che di solito è sempre proiettata sul futuro, e anche in questo caso ha sentito quel ribollire interno nel cercare di intuire quello che verrà. Invece, nel confrontarsi con una delle focolarine con cui abita a Vienna, si è tranquillizzata. «Se vivi nell’attimo presente, tutto si sistema, ogni pezzo del puzzle trova il suo posto. Poi risulta che la risposta ce l’hai in mano! Alle volte uno cerca mille risposte e non si rende conto che la risposta è nella domanda stessa», commenta.
«Hai paura?», le domando senza giri di parole. «No, perché non ho fatto la scelta definitiva. Adesso sono a metà strada; quando prenderò una scelta, qualunque essa sia, vorrei che fosse definitiva, per tutta la vita». Mi assale la curiosità su quali cambiamenti immagina si produrrebbero nella sua vita se decidesse di fare il passo di entrare in focolare, e Monica mi risponde: «Sarebbe una sorpresa continua! Penso alle sorprese che ho avuto nel piccolo, nel quotidiano, che mi hanno regalato dei momenti bellissimi. Sarà un’avventura! Ma potrebbe essere altrettanto sorprendente se optassi per formare una famiglia; alla fine non puoi vivere a pieno una strada che non è la tua, quindi quando troverò la strada segnata per me sarà comunque una vita bella!».
Monica ci tiene molto all’aspetto della famiglia. Per lei i genitori e i nonni sono stati dei modelli che l’hanno portata a diventare quella che è oggi, hanno coltivato in lei l’aspetto della fede, e parla di loro con amore: «Siamo una bella famiglia, camminiamo insieme in una luce che ci tiene uniti. So che non è perfetta, ma sento un’unione diversa rispetto ad altre famiglie, c’è un di più, uno sfondo di differenza che ci tiene uniti e ci fa vivere in un certo modo».
In questo percorso di discernimento vocazionale ed esistenziale, Monica non è sola. La accompagnano alcune focolarine, il suo padre spirituale, con cui c’è un’unità molto forte, e una psicologa con cui sta cercando di risolvere dei particolari della sua vita. «Queste sono le persone che stanno dando un senso e una direzione alla mia vita, mi stanno mettendo davanti a delle cose reali, situazioni, punti fondamentali dei quali sono consapevole o meno. Con loro sono libera di condividere tanti aspetti profondi di me».
Ai giovani che sono nella ricerca attiva della propria vocazione Monica consiglia di capire in primis chi siamo noi, come siamo fatti e che cosa vogliamo, quali sono i nostri desideri. E di lasciarci aiutare da qualcuno. «Noi siamo dentro i nostri pensieri e non ne usciamo. Io in certi momenti della vita mi sono trascurata, ma adesso voglio capire dove sono felice e cosa faccio per esserlo».
La giovane educatrice augura a chiunque di fare un’esperienza di questo tipo, così intensa con sé stessi, con gli altri… di cambiare vita. Pensa che sarà l’inizio di un cambio della sua vita anche in Italia, e sente di avere il bisogno di fare delle scelte. In tutto ciò, riconosce sempre un filo conduttore: «Gesù, che accompagna la storia di ciascuno e ci fa vivere la giornata come Lui vuole. Alla fine della giornata sono felice, perché dico: “Mi è stato a fianco in ogni momento, mi ha stupita”. E non è casuale».