Alla fiera del divorzio

A Milano questo fine settimana la kermesse del business delle separazioni. Ma quali sono le iniziative per evitare di sfilare l'anello dal dito?
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Che il divorzio fosse un business, specie tenendo conto che il numero delle coppie che decide di andare ognuno per la propria strada è raddoppiato negli ultimi cinque anni – 60 mila divorzi e oltre 90 mila separazioni nel 2009 – non è una novità. La notizia è che anche questo business ha la sua fiera, “Ex. Punto e a capo”, l’8 e 9 maggio a Milano. Dalla consulenza legale al parallelo delle liste nozze per chi deve rifarsi una casa e una vita, tutto ciò che serve per l’occasione.

 

Indubbiamente un simile evento solleva diversi interrogativi, soprattutto da parte di chi crede che sia meglio piuttosto concentrare le forze in tutti quei servizi e iniziative volte ad evitare che si arrivi ad una decisione così drastica. Se infatti le agenzie di divorce planning – pianificazione del divorzio – giurano di tentare prima di tutto la carta della riconciliazione, è evidente un certo conflitto di interessi nella loro attività, tanto che pare che la cosa vada a buon fine solo in pochi casi. Anche iniziative meritevoli come quella di alcuni comuni, tra cui Roma, che offrono alloggio ai padri di famiglia senza un tetto dopo aver lasciato la casa all’ex coniuge, arrivano a strappo avvenuto.

 

Fortunatamente esistono diversi percorsi pensati per chi è in difficoltà, tra cui quello organizzato dal movimento Famiglie Nuove a Loppiano (Firenze) lo scorso luglio: una settimana di “immersione totale” seguita da un “richiamo” di tre giorni nel periodo dell’Epifania, che ha coinvolto quattro coppie italiane e una di Malta. Numeri piccoli per consentire un approccio diretto alle singole persone ed andare al cuore dei problemi: «La strategia – spiega Gianni Vegliach di Famiglie Nuove – è quella di ripartire dal patto coniugale, per mettere poi in luce con l’aiuto di psicologi quali sono o sono stati gli ostacoli nella comunicazione all’interno della coppia». Proprio l’approfondimento della comunicazione tra coniugi è centrale nel raggiungimento della consapevolezza che i problemi emersi negli anni «hanno offuscato ma non distrutto il patto originario», necessaria per poter ricominciare ed andare avanti. Centrale anche il tema dell’incidenza dei figli nel rapporto di coppia, dato che tutti ne avevano. La risposta delle famiglie è stata molto positiva già nell’immediato, ma è stata più apprezzabile nel secondo incontro: «Alla fine della prima settimana – prosegue Vegliach – tutti sono partiti entusiasti, ma poi è con la discesa nella quotidianità che si misura la consapevolezza nuova di poter e dover andare avanti. Per questo è stato fondamentale rivedersi alcuni mesi dopo: per ritrovare l’equilibrio ci vuole tempo». Per questo può essere necessario anche il sostegno di specialisti, verso i quali le coppie sono state indirizzate nei casi opportuni.

 

Da un punto di vista puramente statistico, si può parlare di successo su tutta la linea: cinque potenziali separazioni evitate. C’è quindi il desiderio di ripetere ed allargare l’esperienza, perché «se alla base c’è il desiderio di ricominciare, niente è impossibile». Tuttavia la strategia migliore rimane quella di partire dalla base, ossia da un tessuto sociale che, in virtù delle relazioni intrattenute, sostenga le famiglie in difficoltà: «All’incontro dei separati lo scorso gennaio a Castel Gandolfo – racconta Vegliach – una coppia ci ha detto che, se al momento opportuno qualcuno li avesse aiutati, probabilmente non sarebbero stati lì. Il che ci riporta alla coscienza che uno dei motivi principali dell’aumento dei divorzi è l’isolamento sociale delle famiglie». Realtà di cui si stanno rendendo sempre più conto anche le istituzioni, tanto che iniziative come i corsi per fidanzati – «la prima forma di prevenzione del divorzio» -, un tempo appannaggio quasi esclusivo di parrocchie e associazioni, ora vengono organizzati anche dai comuni: espressione di una crescente consapevolezza del valore sociale della famiglia e dell’importanza di sostenerla.

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