Alice
Il ternano Oreste Crisostomi rivisita la celebre fiaba in chiave moderna.
Il ternano Oreste Crisostomi nella sua opera prima rivisita la fiaba di Alice con un film che è un mix felice di onirico, sentimentale e favolistico. Non male, nel panorama di opere prime spesso prive di autentica originalità. Non pretenziosa, la fiaba narra di Alice (Camilla Ferranti), impiegata di Terni, persona che vive nei suoi sogni e chiusa nel suo guscio, con difficoltà di relazioni familiari e sociali, eppure dolce e buona. Una sorta di fata, come la fioraia cosmopolita Bianca (Catherine Spaak) ed un gay simpatico ed estroverso, Sandro (Massimiliano Varrese, autore e cantante della canzone finale Questo è l’amore) l’aiutano a rompere il ghiaccio sia in casa – con una madre autoritaria, una nonna un poco folle ed un padre maniaco delle pulizie – che al lavoro, dove il giovane e timido Carlo spasima per lei, e dove aiuta la collega incinta ad evitare l’aborto, semplicemente col suo riserbo. Il regista mette insieme diverse tematiche, anche sociali, manifesta alcune debolezze – dialoghi a volte letterari, ritmo talora statico -, però questo lavoro corale, e con precisi riferimenti valoriali, alla fine funziona, lasciando al pubblico la voglia di recuperare un po’ di incanto nella vita e di gusto per le cose semplici. Il che non è poco, di questi tempi.