Alice in Wonderland
Esce il 3 marzo l’atteso ultimo lavoro della coppia (nove film insieme!) Tim Burton-Johnny Depp. Ovvero, la storia di Alice nel Paese delle meraviglie. Solo che questa volta Alice è cresciuta (Mia Wasikowska), ha 19 anni e una gran voglia di libertà nell’Inghilterra vittoriana, pudica e frustrante. Così che il giorno del fidanzamento ufficiale con uno svagato giovanotto, la ragazza viene risucchiata da una buca e precipita nel Sottomondo. Qui Burton si diverte, insieme ad un impazzito Depp nei panni del Cappellaio matto – buffo e patetico, le sue due corde migliori – a fantasticare un universo onirico. Dove i personaggi tanto buoni non sono – anche la Regina bianca ha un fondo di leggera perfidia – tanto che la fantasia trascolora talvolta, senza troppo ferire, in qualche punta drammatica. Insomma, anche nel Sottomondo bisogna pur imparare a vivere, e la nostra Alice si troverà come un’eroina medievale a combattere il drago inviato dalla cattivissima, e pure ingenua, Regina rossa. Al di là della metafora, il bene e il male si affrontano, la lotta per il potere e quella per la sopravvivenza, la sfida per diventare grandi…
Il film è godibile, gli effetti speciali danno la sensazione di essere in potere della fantasia allo stato puro, in un universo dove liberamente si corre e si discorre, dove ogni essere vivente – animali o “persone” – si esprime così com’è. Il sogno vola e copre con la magia del 3 D la storiella in fondo piccola della bionda Alice che poi, alla fine, farà la sua scelta. Per godersi il film del duo “più pazzo del mondo”, obbligatorio – a parte gli occhialetti – lasciarsi andare e precipitare nel Sottomondo di colori e di corse folli.