Ali alla speranza: il mio diario di bordo

Tanino riflette, stupito, sull’esperienza appassionante e inattesa nata con il suo blog, strumento di fraternità nelle mani di un regista in… visibile
Tanino Minuta

Una lettrice del blog mi chiedeva come riesco a reggere a tanti rapporti. Me lo son chiesto anch’io nel vedere che nel giro di poco più di un anno il blog era diventato un vivo colloquio con molti. Quando Città Nuova mi propose l’apertura di un blog, non conoscendo la lingua dell’informatica, non capivo cosa mi stessero chiedendo. Poste le mie domande, vengo a sapere che è un modo di comunicare, una specie di diario di bordo da condividere con altri e che il mio impegno sarebbe stato di inserire periodicamente quei fatti di vita vissuta che già raccontavo nella rivista Città Nuova.

 

Questa la partenza. Non avevo previsto gli interlocutori che presto si son fatti avanti “costringendomi” a prendere un ritmo, ad assicurare continuità, a creare delle rubriche, a rispondere alle loro domande. E questo, più che un impegno, è come aprire una finestra all’infinito e, nella purezza dell’aria, guardare lontano e vedere che i sogni prendono forma e colore.  

 

Per ogni esperienza che pubblico ne ricevo tante come risposta. Da quando ho inserito anche l’indirizzo e-mail, molti mi scrivono direttamente. Ed è appassionante vedere che la mia vita aiuta altri a scoprire di aver vissuto momenti simili ai miei. Magari con esiti diversi.

 

Ho capito così la natura del dono che mi era stato offerto: diventare anch’io, con il mio piccolo contributo, strumento di comunicazione, di fraternità. Se il blog servisse soltanto a far aprire il rubinetto della memoria per farla diventare dono, è già un bel risultato.  

 

I visitatori diventano propagatori. Qualcuno è entrato nel blog per caso, come è capitato a una scrittrice che, leggendo una brevissima storia di una donna vissuta tra i Monti Sudeti, mi scrive che è molto interessata al personaggio e mi chiede ulteriori notizie. Mi fa sapere in seguito che è intenzionata a scriverne un libro e considera questo nostro incontro una “casualità straordinaria”. Casualità straordinaria?  

 

Per presentare il blog avevo scritto «Ho sempre creduto che nella mia esistenza ci sia un regista invisibile. La vita mi ha convinto che lui mi conosce come nessun altro. Quando seguo le sue indicazioni mi ritrovo con le idee più chiare, sperimento la libertà. Ascoltarlo è la mia occasione!».

 

Qualcuno vuole sapere perché affermo che il regista è in…visibile. È stata un’esigenza di Città Nuova Online che aveva già iniziato la serie dei blog con In viaggio, In dialogo, In famiglia. C’era poco da fare, ero con le spalle al muro. Un lampo di luce mi fece capire che la bellezza della mia esperienza e del mio comunicare stava proprio nella scoperta di un “regista” che mi organizza la vita. Allora fu chiaro il senso del mio blog: ho un regista, ma è in… visibile.

 

E vedo che il blog è azionato dal “regista” anche in certe pagine che mi sembrano soltanto riempitive. Sono sorpreso non tanto dello strumento che crea fraternità, ma di scoprire quanta “fraternità” esista già. Certo le notizie che ammorbano l’aria sembrano assolute e prendono la veste di verità, di conoscenza, di maturità. Ma il blog ha dato ali alla mia speranza: esiste un mondo che costruisce in silenzio il futuro, il futuro che resta, non i rumori di scarto, gli scintillii della vanità.

 

Una significativa quantità di commenti e approvazioni mi è arrivata quando ho scritto che «Felicità è … vivere per la felicità degli altri». Ad una mia affermazione che l’equilibrio del mondo dipende dalle persone che pregano, un lettore mi lascia il commento: «O stai proclamando una verità oppure devo cambiare alcune rotelle nella mia testa. Non è la prima volta che passo per il tuo blog e vedo che c’è da stare attenti». E un’altra aggiunge: «Anch’io penso che c’è da stare attenti al tuo blog: spesso è il pit stop delle mie rotelle!!!».

 

Nell’era della memoria informatica, ora che la comunione ha preso un ritmo veloce, penso che ogni elemento che costruisce dialogo sia necessario per aiutare l’umanità a riconoscersi famiglia.

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