Alexander Lonquich dirige la musica di Mozart e Haydn

Il grande pianista, e da qualche tempo anche direttore d’orchestra, torna a Roma, all’Accademia Nazionale Santa Cecilia
musica

Puntualmente, da anni ormai, Lonquich, grande pianista e da qualche tempo anche direttore d’orchestra, torna a Roma, all’Accademia Nazionale Santa Cecilia. Questa volta ha presentato i prediletti Mozart ed Haydn davanti ad un pubblico foltissimo, pieno di giovani. Il “suo” Mozart (Concerti per pianoforte e orchestrar K 449 e 482) ha suggestionato per la capacità timbrica del suo tocco, si direbbe come se Lonquich suonasse un fortepiano dei tempi di Wolfgang: allusivo, morbido, con stacchi vivaci nei tempi rapidi e i momenti di oasi, come sempre, nei tempi intermedi, ossia gli Andanti, nei quali Amadeus rivela sussurri della sua anima anche contemplativa.

Certo, l’orchestra ceciliana sa “concertare” con eleganza e misura, dosando piani e forti con equilibrio dietro al gesto direttoriale di Lonquich.

Il quale, appunto come direttore, ha interpretato la Sinfonia  n. 92 “Oxford” del grande Franz Joseph Haydn, una delle celebri sinfonie “londinesi”. Quello che stupisce sempre in Haydn non è la bellezza melodica di un Mozart, ma la capacità di muovere di continuo il motivo, con infiniti toni, apparentemente con minimi spostamenti di variazioni, così da presentare alla fine un mondo felice  vivo e dinamico, e sopra tutto elegante e misurato.

L’orchestra ha risposto da par suo tra archi cantanti e ottoni squillanti al gesto di Lonquich. Grande serata.

 In conclusione, una considerazione. Forse è da preferire che i grandi pianisti “colloquino” con direttori diversi, piuttosto che farlo loro stessi. Ne risulterebbe, una concertazione dialogica assai profonda che farebbe un gran bene alla musica.

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