Alberghi e locali diventano rifugi per senzatetto

Alberghi e circoli, chiusi a causa della pandemia, hanno deciso di aprire le proprie strutture per accogliere i senza fissa dimora costretti a vivere in strada

Dall’inizio dell’inverno, e con l’abbassamento delle temperature di questi ultimi giorni nella Capitale, il numero di senzatetto che ha chiesto la possibilità di dormire in un rifugio è aumentato. Ogni anno, solo a Roma nel periodo invernale, sono decine gli uomini e le donne senza fissa dimora che muoiono in strada a causa del freddo.

La denuncia arriva dalla Comunità di Sant’Egidio che ha chiesto l’apertura dei locali e delle strutture chiuse per Covid, da trasformare in rifugi accoglienti. La catena della solidarietà è subito partita e in molti hanno deciso di alzare le serrande per accogliere i bisognosi. Tra i primi il circolo Sparwasser, circolo culturale del Pigneto, che come gli altri locali ha dovuto chiudere per la pandemia.

Ma i volontari e i responsabili, in collaborazione con l’associazione Nonna Rosa, hanno deciso di non lasciare inutilizzato il locale, lanciando l’iniziativa “Qui c’è posto”, trasformando la sala principale in un dormitorio con diversi posti letto per le persone costrette a dormire in strada. Subito è arrivata la risposta dei cittadini che hanno portato materassi e coperte, a chi arriva viene fatto un tampone gratuito, viene offerta una cena calda preparata dai volontari, la colazione per il giorno dopo e un pranzo al sacco, tra i volontari ci sono anche medici e infermieri. Inoltre, per la sicurezza degli ospiti, il circolo viene disinfettato ogni giorno.

E un’iniziativa simile è partita anche presso l’Ostello Yellowsquare, a due passi da Stazione Termini, dove spesso si ritrovano per dormire i senzatetto. Anche in questo caso l’ostello, chiuso per l’emergenza coronavirus, grazie a un accordo siglato con la Comunità di Sant’Egidio e Federalberghi, ha aperto le stanze per ospitare chi ne ha bisogno.

A Roma sono circa 8 mila i senzatetto, di questi oltre 3 mila non trovano posto negli alloggi di accoglienza, e con la pandemia anche l’accoglienza è diventata più difficile, il distanziamento ha dimezzato i posti letto, aumentando il numero di persone che si ritrovano a dormire in strada. Sant’Egidio, anche per quest’inverno, ha deciso di aprire le porte della Chiesa di San Calisto, con posti letti distanziati e tamponi prima di accedere. Inoltre, continua ad essere attivo, il progetto Housing First, avviato a giugno 2019 da Sant’Egidio con Cisco, in collaborazione con fio.PSD, con l’obiettivo di offrire un alloggio stabile a chi non lo ha. Grazie al progetto e al lavoro dei volontari, diverse persone sono ospitate all’interno di appartamenti romani, finalmente una vera casa in cui tornare la sera e un’opportunità per aiutare famiglie e persone sole a cambiare vita, grazie a un supporto pratico.

Ma la richiesta più importante, è quella fatta alle istituzioni, per garantire le risorse necessarie per consentire alle strutture chiuse per la pandemia di riaprire per trasformarsi in rifugi di ospitalità a sostegno delle persone più fragili.

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