Alba, gioiello della Langa

Continua l'approfondimento sulla provincia Granda iniziato sulle pagine del numero 7 della nostra rivista con l'intervista al primo cittadino dott. Maurizio Marello
Alba in provincia di Cuneo

Dal giugno del 2009 è sindaco di Alba, in Provincia di Cuneo, con circa 31 mila abitanti che dista una sessantina di chilometri dal capoluogo. Alba rappresenta il secondo polo del territorio. Due città agli estremi, caratterizzate da parecchie differenze: Cuneo di impianto tradizionalmente più burocratico-militare-agricolo; Alba di, sia pur recente, connotazione commerciale ed industriale.

Al primo cittadino domandiamo se c’è rivalità tra i due centri?
«Di sicuro, il campanile è di casa in ogni angolo d’Italia. Ma la coesistenza è fruttuosamente pacifica, per quanto gli albesi vengano considerati più attivi, più abili imprenditori di se stessi e i cuneesi un po’ soffrano questa loro presunta inferiorità».

Dire Alba significa dire Ferrero, Mondo, Miroglio, queste aziende attualmente conoscono la crisi o no?
«Il perno industriale di Alba è sicuramente la Ferrero, industria dolciaria in continua espansione, che occupa in città quasi 4.000 persone. Con lei, nell’immediato dopoguerra, è originata la riscossa albese da secoli di sonnolenza e si è prodotto un benessere via via più diffuso. Ma non è l’unica industria importante. L’azienda tessile Miroglio veste milioni di italiane e vanta una imponente rete di vendita anche all’estero. La Mondo Rubber è conosciuta ovunque per le sue pavimentazioni, i suoi attrezzi sportivi, i suoi giocattoli: sono stati prodotte ad Alba le pavimentazioni e le piste di tutte le Olimpiadi da 40 anni a questa parte. Ad Alba si stampa poi – a cura di uno dei vanti della città, la Società San Paolo – uno dei settimanali più largamente letti, “Famiglia Cristiana”. Ma sono tante anche altre aziende che si sono conquistate largo spazio in Italia e all’estero».

Alba vuol dire Langa, terra di vini e tartufi….
«Il mondo agricolo brilla per la nostra vitivinicoltura, con prodotti di altissima qualità che si sono affermati tra i più pregiati in assoluto. Milioni di bottiglie di Barolo, Barbaresco, Moscato, Roero, Dolcetto sono presenti sulle tavole di case e ristoranti in tutto il mondo. Certo, le tradizionali famiglie di vignaioli si sono trasformate prima in produttori di vino e poi si sono specializzati nella sua commercializzazione. Pochi si dedicano ancora alla coltura della vite. Una certa leggenda parla di svizzeri e tedeschi come nuovi viticoltori. In realtà nelle vigne oggi lavorano schiere di macedoni, albanesi, bosniaci e romeni. Quantitativamente meno significativo, ma decisivo per l’immagine del nostro territorio è il tartufo bianco, tra le leccornie che da ogni parte della terra i gourmet si contendono. Ma non solo da tartufo e vini viene il fascino sempre più irresistibile della Langa e del Roero, il territorio collinare che ci circonda. Ma anche dai suoi paesaggi romantici e spettacolari, e dalle pagine maestrali di due dei maggiori scrittori del Novecento italiano, Cesare Pavese e Beppe Fenoglio, che, pur diversissimi tra loro, hanno fatto delle Langhe uno dei paesaggi letterari più alla moda. Da tutto ciò deriva un turismo, particolarmente di persone straniere, in continua crescita. Si contano oltre 700 mila le presenze annue, e questo genera un monte di posti di lavoro sempre più imponente».

Dottor Marello, come definisce la sua esperienza da primo cittadino, e cosa vuole lasciare alla città, come impegno del suo mandato?
«La mia esperienza di sindaco è tanto affascinante quanto impegnativa. I sindaci, oggi, sono in prima linea di fronte alle difficoltà del momento, e nessuno li aiuta. Anzi, si fa a gara a render loro la vita difficile. Io sto conducendo in porto un nuovo piano regolatore, che ha l’ambizione di creare le condizioni per un nuovo e ordinato sviluppo della città. Ho posto le premesse perché Alba possa finalmente liberarsi dal secolare handicap del suo isolamento stradale e spezzare il laccio costituito dal traffico di attraversamento. Stiamo faticosamente operando, in un’epoca in cui le istanze di solidarietà sembrano interessare di meno, per rinsaldare la coesione sociale, sostenendo le fasce più deboli e chi soffre di più. Lavoriamo per fare di Alba una città ancor più attraente per i forestieri. Ma soprattutto, la mia ambizione è fare in modo che Alba continui ad essere una città di cui i suoi abitanti siano orgogliosi della qualità della vita».

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