Alamo – Gli ultimi eroi
Vedendo Alamo-Gli ultimi eroi, si potrebbe pensare che gli Stati Uniti comincino a interrogarsi con maggiori scrupoli sulla propria storia e, di conseguenza, sulla propria identità di nazione. Perché non si può negare che John Lee Hancock abbia in qualche modo tentato di dare della vicenda di Alamo una lettura nuova, moderna, per certi versi revisionista, depurando le vicende dei luoghi comuni più consolidati a favore di una verità storica, anche se scomoda. Molti gli spunti in questo senso. A cominciare dal fatto che nel 1836 il Texas era territorio messicano e non si capisce bene quali pretese potessero vantare gli Stati Uniti per reclamarlo. Ad Alamo, inoltre, si trovava per lo più gente attratta dalla possibilità di ottenere terre, guidati da capi in guerra fra loro e anche Davy Crockett viene descritto come un uomo capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato e che finirà per essere eroe suo malgrado. Insomma, il mito sembra essere messo in discussione, analizzato e, in un certo senso, umanizzato. E questa apparente ansia di ripagare i debiti con la storia non risparmia neanche il difficile presente. Due le battute esemplari da questo punto di vista: la prima è di un messicano alleato con gli americani che dice che i messicani si accontentano di governare sul proprio territorio, mentre i gringos vogliono governare il mondo intero; la seconda del generale Santa Anna che avverte i suoi ufficiali che se oggi gli permettiamo di prendere il Texas, domani il Messico sarà costretto a vivere delle briciole degli Stati Uniti. Ma, nonostante le premesse, il film vira spesso verso un conformismo di genere che ne annienta gli spunti interessanti, dando l’impressione di voler dare un colpo al cerchio dell’autocritica storica e un colpo alla botte del patriottismo di maniera. Sul versante più propriamente cinematografico. I tempi dilatati della narrazione compromettono il fluire del ritmo, condizionato anche da una sceneggiatura senza slanci particolari. Gli attori fanno degnamente il loro mestiere ma niente più, diretti in modo prevedibile da una regia troppo convenzionale. Regia di John Lee Hancock; con Billy Bob Thornton, Dennis Quaid, Jason Patric.