Alabama Monroe
Alabama Monroe
Il film del giovane belga Van Groeningen ha sfidato Sorrentino agli Oscar. È una storia di coppia: lui, rude suonatore di banjo, che vive in campagna, lei tatuatrice disinvolta, si incontrano, si amano appassionatamente, nasce una bellissima bambina. Sembra tutto felice. Ma la piccola ha un tumore e non c’è nulla da fare. La coppia “scoppia”. Dapprima lui è tenero verso di lei, la comprende, poi scattano l’incomprensione, le accuse reciproche. Lui razionale, lei sentimentale, reagiscono in modo diverso e così l’amore non li tiene accanto. Lui se la prende con la religione in una lunghissima “tirata”, lei si rifugia in una qualche spiritualità. Il film sulla malattia dei bambini e il perché del loro dolore è forte, gridato in alcuni momenti, ribelle contro Dio, passionale. Il dramma tende a esplodere ma il regista l’alterna con i momenti di gioia. La soluzione della “dolce morte” c’è, anche se sfumata nel mèlo. Il film, che è assai ben recitato e fotografato, farà discutere.
Devil’s knot – Fino a prova contraria
Un thriller capzioso e intrigante. Tre bambini vengono rapiti e uccisi nei boschi del Tennessee. La madre, Pam, non si dà pace e parte la caccia all’assassino. Si individuano tre giovinastri che vengono indicati come i colpevoli. Ma Colin Firth, l’investigatore, non è sicuro e lavora per riportare a galla la verità. Ci riuscità? Atom Egoyan filma un racconto di sospensioni, cupezze, cattiverie e ossessioni con tenacia, senza un attimo di inutilità. Da non perdere per chi ama il thriller ispirato alla realtà.
Lovelace
La storia della diva del porno raccontata senza cedimenti al facile voyerismo, anzi con un brivido di comprensione per la ragazza immatura e costretta dal marito alla “carriera”, salvo poi riprendersi la vita. Immagine della libertà sessuale degli anni Settanta, la diva, oltre i lustrini, era una donna fragile. Il cast, che vede anche Sharon Stone, è diretto dalla coppia Jeffrey Friedman e Robert Epstein, ed il racconto scivola come un mèlo fatto con cura, espressione di un corretto genere biografico come sanno fare gli americani.
The German doctor
Il signore gentile ed elegante che ama i bambini è in realtà un medico delle SS fanatico per la purezza del sangue, scappato in Argentina. Ospite amato di una famiglia, si interessa alle piccole e prosegue i suoi studi di sperimentazione. Terribile denuncia di una mentalità criminale mai del tutto spenta ed anche delle connivenze con i nazisti da parte del governo argentino nel dopoguerra, il racconto di Lucía Puenzo prende al cuore per la durezza, il terrore, il clima di sospetto, ed è basato su fatti reali. Ma la regista trascende in alcuni punti l’accaduto, per lanciare un grido di dolore contro chi abusa dell’infanzia e contro la scienza pervertita. Presentato come candidato agli Oscar è uno di quei film che fanno pensare.