Al via la Serie A del ridimensionamento?
Con il finesettimana appena trascorso, ha aperto i battenti il nuovo campionato di Serie A 2021-2022. Si tratta della 120°a edizione della massima serie del campionato italiano di calcio, con Salernitana e Venezia che riassaporano il gusto della Serie A rispettivamente dopo 22 e 19 stagioni d’assenza. Con loro c’è l’Empoli, che ha rispettato il ruolo di favorita lo scorso anno in B e riassapora la massima serie dopo un biennio: stavolta proverà a smentire il previsto ruolo di papabile retrocessa che le attribuiscono gli esperti. Il format resta a 20 squadre, come accade oramai ininterrottamente a partire dalla stagione 2004-2005: è il 18° campionato consecutivo con questa formula, già sperimentata nell’immediato dopoguerra. Le regioni più rappresentate sono Lombardia e Liguria con 3 squadre ciascuna, mentre sono ben dodici i nuovi allenatori, con appena otto riconferme.
In un calendario che consta di 38 giornate, il torneo si chiuderà, salvo gravi imprevisti, il 22 maggio 2022. Saranno invece cinque le soste previste per le gare delle nazionali e altrettanti i turni infrasettimanali, con tradizionale pausa nelle festività natalizie dal 22 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022. Per la prima volta nella storia però, anche in Italia il calendario sarà asimmetrico: il girone di ritorno vedrà giornate diverse dall’andata, sia in termini di ordine che di composizione degli stessi turni. Occorre soltanto che tra una partita e il suo ritorno siano stati disputati almeno otto incontri. Di fatto la nostra Serie A segue dunque, così, l’esempio di Premier League, Liga e Ligue 1, che adottano già da tempo un criterio atto a non favorire in alcun modo squadre che incrociano altre squadre meno motivate a fine campionato.
Nessuna new entry in questa nuova Serie A: restano dunque 67 le squadre ad aver raggiunto il top del calcio italiano dal 1929-1930 a oggi. Per la cronaca, l’Inter fa 90, come le edizioni di Serie A disputate. I nerazzurri, campioni d’Italia in carica, sono gli unici a non essere mai stati retrocessi. In caso di nuovo scudetto consecutivo, la formazione milanese raggiungerebbe quota 20 scudetti vinti, che varrebbe la seconda stellina sul petto. Nell’albo d’oro, svetta la Juventus a quota 36 vittorie. A proposito di scudetti: in questa edizione ce ne saranno ben “108 in campo”. Di fatto, mancano solo i 7 titoli della Pro Vercelli e 1 ciascuno di Casale e Novese per arrivare ai 117 titoli complessivi finora assegnati.
Tra le prime gare disputate, svetta la prova di forza dell’Inter, che si impone per 4-0 sul Genoa dopo un evidente ridimensionamento imposto dalle difficoltà finanziarie del fu colosso cinese Suning: cedute le “stelle” Lukaku e Hakimi, perduto Eriksen per la malformazione cardiaca riscontrata agli scorsi Europei, i nerazzurri hanno perso anche il “timoniere” Antonio Conte, anche se il nuovo allenatore Simone Inzaghi e qualche sostituto sembra abbiano ricominciato da dove i nerazzurri avevano finito. Meno bene la Juve di mister Allegri, che non va oltre il 2-2 contro l’Udinese in virtù di due gravi svarioni del proprio portiere Szczesny. Potrebbe non essere un segnale negativo isolato: anche Cristiano Ronaldo potrebbe salutare i bianconeri, secondo le ultime indiscrezioni di calciomercato.
Infine, il maledetto Covid: la notizia di speranza è che l’ingresso negli stadi è autorizzato finalmente fino al 50% della capienza. I posti saranno a scacchiera, vale a dire un seggiolino sì e uno no, e sarà obbligatorio esibire il Green Pass. Dal 25% al 35% invece per i palazzetti al chiuso. L’invito, per sportivi e tifosi, resta uno solo, ripetuto dalle più alte cariche dello Stato come dal papa, di carattere etico e morale e ben oltre la semplice presunta libertà individuale: vaccinarsi, per arginare il maledetto virus.