Al via la legge sull’autismo
Il nostro Paese ha finalmente una legge nazionale sull’autismo, delicatissimo disturbo che colpisce in Italia quasi un bambino su 100, mentre negli Stati Uniti l’incidenza è di 1 su 68. Non c’è che andarne fieri, come ha scritto su Facebook, ad agosto, il presidente del Senato, Piero Grasso: ‹‹Sono molto soddisfatto. Sono decisioni positive e unanimi come queste che i cittadini si aspettano dalle Istituzioni››. Le associazioni dei genitori impegnate ogni giorno ad accudire figli affetti dal Dsa (disturbo dello spettro autistico), dal canto loro hanno definito la legge ‹‹una giusta tappa storica per l’assistenza e la diagnosi precoce dei bambini››. Liana Baroni, presidente dell’Associazione nazionale genitori soggetti autistici (Angsa) ha aggiunto: ‹‹Ce n’era un bisogno enorme perché l’autismo è da sempre dimenticato››.
Una cornice normativa era fondamentale: il Dsa è rientrato nei Lea (livelli essenziali di assistenza) in ogni regione (anche quelle a statuto speciale), a carico del Sistema sanitario nazionale. Verranno così intrapresi, ancor più di prima, interventi specifici per la cura e la diagnosi precoce, per l’aggiornamento delle linee guida del disturbo, non solo fino ai 18 anni, com’era finora, ma anche nell’età adulta.
In più, per la prima volta, grazie a questa legge, si potrà incentivare la ricerca sul campo, sia per individuare nuove terapie che per favorire una diagnosi celere. La specificità dei soggetti autistici verrà dunque riconosciuta come una caratteristica da accogliere, accompagnare e tutelare, anche per non lasciare sole le famiglie e portare questi ragazzi a raggiungere l’autonomia necessaria per veder riconosciuta non solo la propria dignità, ma anche il proprio rinserimento sociale.
‹‹Non esistono però farmaci validi a riguardo – ha ricordato Stefano Vicari, uno dei massimi esperti italiani, primario di neuropsichiatria infantile all’Ospedale Bambin Gesù di Roma, dove si trova un centro per la diagnosi e il trattamento dell’autismo con oltre 700 diagnosi dal 2014 –. Solo il trattamento cognitivo comportamentale effettuato prima dei cinque anni permette di ottenere dei risultati››. Per questo diventa fondamentale una diagnosi precoce ed una corretta informazione, ‹‹anche per sgombrare il campo dalle falsità, ad esempio che i vaccini provocano l’autismo››.