Al via la conferenza internazionale sull’amore

Si svolge dal 6 al 8 giugno, all’Istituto universitario Sophia di Loppiano, il convegno “Il movimento dell’agape: chiave di rinnovamento socio-culturale”

È iniziata la tre giorni che fino a sabato vedrà coinvolti studiosi, filosofi, teologi, educatori e operatori socioculturali attorno al tema dell’agape, ovvero, l’amore disinteressato, gratuito e incondizionato. Il convegno, organizzato dal Dipartimento di Teologia, Filosofia e Scienze Umane dell’Istituto universitario Sophia di Loppiano, proporrà un approccio filosofico, teologico e scientifico orientato ad approfondire il potere dell’amore nella trasformazione sociale e culturale.

L’evento si compone di diverse iniziative. La giornata di giovedì 6 giugno è dedicata alla prospettiva accademica e prevede un approfondimento filosofico sul concetto di “agape”. Attraverso una metodologia dialogica e interdisciplinare, esperti nazionali e internazionali si confrontano sull’amore, inteso anche dal punto di vista teologico come quel tipo di rapporto che Dio ha con l’umanità.

La sessione accademica finirà nel pomeriggio di venerdì 7 giugno per dare spazio ad una sessione pubblica che si aprirà con la tavola rotonda “I tanti volti dell’amore”. A intervenire saranno don Alessandro Andreini, docente di Catholicism presso la Gonzaga University di Firenze; Antonio Maria Baggio, docente di Filosofia Politica dell’Istituto Universitario Sophia; Silvia Cataldi, docente di Sociologia generale del Dipartimento di Psicologia dello sviluppo e dei processi di socializzazione della Sapienza di Roma; Araceli del Pozo Armentia, docente nell’area di Personalità, valutazione e trattamento psicologico della Facoltà dell’Educazione dell’Università Complutense di Madrid (Spagna); Valentina Gaudiano, docente di Antropologia filosofica dell’Istituto Universitario Sophia; e Marta Michelacci, docente di Storia dell’arte dell’Istituto Universitario Sophia e collaboratrice della rivista di arte contemporanea Segno.

A seguire, ore 21, ci sarà una serata artistica ad ingresso libero presso l’Auditorium di Loppiano, con la rappresentazione della pièce teatrale “Camilla, note di una maestra”. La storia è tratta dai diari di Camilla Folonari, insegnante ed educatrice a cui Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, aveva affidato la formazione umana, morale e spirituale dei giovani. L’adattamento testuale è di Sara Felli e Pierluigi Grison. Alla serata parteciperanno, inoltre, la cantautrice Chiara Grillo e il pianista don Carlo Seno.

La giornata di sabato 8 giugno invece vedrà i partecipanti coinvolti in una serie di laboratori interattivi a scelta tra 7 discipline: politica, psicologia, spiritualità, pedagogia, sociologia, arte e comunicazione. Di seguito i titoli dei laboratori e i nomi dei relatori che li terranno:

Misteri da mille tratti. L’arte degli ideogrammi, con Lau Kwok Hung (arte).

Si può misurare l’amore? Immaginando un Social Love Index, con Licia Paglione (sociologia).

Amare, amarsi: laboratorio di attenzione interiore e cura comunitaria, con Benedetta Sonaglia (pedagogia).

La dipendenza relazionale: un bisogno umano o un problema da affrontare?, con Antonella Deponte e Lucia Coco (psicologia).

La “politica buona” o la “buona politica”? Ascoltare, condividere, orientarsi, con Daniela Ropelata (politica).

Un filo d’oro: spiritualità e amore, con Francesca Gherlone (spiritualità).

Raccontare l’amore. Dall’esperienza dell’incontro allo schermo empatico, con Domitia Caramazza e Candela Copparoni (comunicazione).

Durante l’intera durata della conferenza, organizzata in collaborazione con la cittadella internazionale del Movimento dei Focolari di Loppiano, l’associazione Psicologia e Comunione, il Movimento Politico Per l’Unità e l’associazione Social One, è possibile visitare l’esposizione pittorica “Into. Knowing from the heart – Conoscere dal cuore”. Attraverso un intreccio tra arte e scienza, con quadri della ricercatrice Licia Paglione e brani di studiosi come Pitirim Sorokin, Romano Guardini, Rosalind Franklin, Baruch Spinoza, Simone Weil, Max Scheler e Dietrich von Hildebrand, la mostra suscita una riflessione su come «il conoscere richieda anche l’agire del cuore».

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