Al via la campagna elettorale

Volge al termine il mandato di Felipe Calderón Hinojosa: il prossimo 1° luglio il popolo sarà chiamato a scegliere il nuovo presidente federale
Elezioni presidenziali in Messico

Sigillo migliore su una presidenza non poteva esserci. La visita di Benedetto XVI in Messico di pochi giorni fa ha offerto a Felipe Calderón Hinojosa un’occasione storica per chiudere il suo mandato in grande stile e con una visibilità mediatica quasi planetaria. Egli infatti è al termine dei sei anni di presidenza federale di un Paese che sta crescendo economicamente e intende assumere un ruolo di rango internazionale, senza più timori reverenziali nei confronti degli (acciaccati) tradizionali Grandi del mondo.


Oltre 110 milioni di abitanti, situato tra Stati Uniti e Guatemala, gli Stati Uniti messicani (questo il nome ufficiale) è il Paese più popoloso di lingua spagnola e territorialmente molto esteso, con un’area che va – rapportata all’Europa – da Lisbona a Berlino a Roma. Il Messico è adesso atteso a una grande campagna elettorale federale.

 

Venerdì 30 marzo prende avvio infatti il confronto tra i candidati, che sembra non preannunciarsi aspro. In ballo, però, non c’è solo l’elezione del nuovo presidente, ma pure dei 500 deputati e dei 128 senatori delle Camere federali. Inoltre, in 14 province (le corrispondenti regioni italiane) su 32 si terrà l’elezione del congresso (l’equivalente del parlamento) locale, composto da un minimo di 30 ad un massimo di 70 consiglieri. Infine, la scadenza elettorale include il rinnovo di tutti i sindaci delle province interessate.

 

Tanto il presidente federale, quanto i senatori hanno un mandato di sei anni, senza possibilità di rielezione consecutiva, mentre i deputati federali, consiglieri dei congressi e sindaci devono attenersi a un solo mandato di tre anni. Questo criterio è al centro della riflessione politologica e sorgente di perplessità tra i cittadini, perché gli eletti, soprattutto i deputati, una volta entrati in carica, non hanno motivo elettorale di rendere più conto del loro operato ai cittadini, provocando spesso una distanza tra Paese e istituzioni.

 

Via perciò alla campagna elettorale, che si concluderà dopo 90 giorni, con il voto stabilito per il 1° luglio prossimo. L’elezione del presidente federale avviene in modo diretto, cioè dai cittadini stessi, e non servono maggioranze qualificate. Basta un voto più degli altri. Quattro gli sfidanti, di cui parleremo in una prossima corrispondenza.

 

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