Al supermercato

Al supermercato

«È possibile per una famiglia giovane, con due bambini piccoli, fare la spesa al supermercato salvandosi dall’influenza della pubblicità di merendine con megagadget o di prodotti iperigienizzanti? Avete qualche esperienza o suggerimento per spendere lo stipendio senza troppi rimpianti a fine mese?».

A.B.

 

«È tutto bello, buono e splendente, tutto utile e conveniente…». Così canticchiava mia figlia qualche anno fa, sulle note di una canzoncina dello Zecchino d’Oro, neanche tanto ingenua, che metteva in guardia i più piccoli dall’invadenza della pubblicità.

A tutt’oggi non è affatto ingenuo mettere un pizzico di sana responsabilità anche nella quotidiana fatica di spingere il carrello tra uno scaffale e un altro, nei ritagli di tempo tra ufficio, scuola e altre incombenze. Ci sono infatti molti motivi e molti modi per realizzare questo spazio di libertà, a misura di famiglia. Il primo motivo è economico: per evitare che lo shopping diventi il nuovo sport collettivo, con effetti tutt’altro che salutari sul bilancio familiare, sarebbe bene andare a fare la spesa con una lista di massima delle cose necessarie.

È un aspetto talmente importante che recentemente la diocesi di Genova ha avviato un’iniziativa di “educazione al consumo”. Famiglie in difficoltà nella gestione del budget ricevono consigli a partire dalle cose più semplici: rimandare o rinunciare ad un acquisto, mettere da parte i soldi per le bollette, ridurre le spese del cellulare…

Sono ormai costituiti in varie città i Gas (gruppi di acquisto solidale) che permettono l’acquisto dei prodotti freschi dai produttori di zona, con notevole risparmio.

Chi ha una spiccata sensibilità ai temi ambientali si orienta all’acquisto di prodotti sfusi, che limitano i rifiuti da imballaggio, aderisce alla raccolta differenziata; si può poi non sprecare energia, ad esempio spegnendo del tutto gli elettrodomestici quando non li usiamo, o optare per un uso consapevole dell’auto privata. Altre famiglie cercano di informarsi per evitare di acquistare da chi non dà garanzie sul lavoro minorile o scelgono prodotti da commercio equo e solidale. A volte si tratta di spendere un po’ di più, ma può valerne la pena.

Un altro risvolto decisivo: due genitori che si esercitano in questa palestra sono soprattutto educatori efficaci per i loro figli, che fin da piccoli assorbono valori e contenuti dai gesti quotidiani, prima che dalle parole. E questo è il contributo culturale di maggiore responsabilità e solidarietà che le nostre famiglie possono offrire alla società.

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