Al santuario della prima santa del nuovo millennio, Faustina Kowalska

Al luogo dove si venerano le spoglie della mistica polacca, ogni anno passano due milioni di pellegrini. Quelli della Gmg saranno forse mezzo milione  
Santuario Faustina Kowalska © Michele Zanzucchi 2016

Fanno tenerezza le due suore dai larghi cappelli inamidati perfettamente – si chiamano suor Gioia e suor Grazia, di nome e di fatto – che ci accompagnano nella visita al santuario di suor Faustina, accanto a quello di Giovanni Paolo II, sulla collina di Łagiewniki, alla periferia di Cracovia. Fanno tenerezza, perché raccontano della loro fondatrice e della loro congregazione come se fossero l'unica realtà spirituale presente al mondo, con affermazioni un po' esagerate («è il maggior santuario del mondo», «è l'ordine di suore più dinamico del pianeta») ma che sulle loro bocche innocenti non danno poi tanto fastidio ai giornalisti un po' cinici che noi siamo; anzi, tutto ciò sembra la prova della loro fede radicale in Dio (e anche in suor Faustina, in Maria e in Giovanni Paolo II). Il santuario in realtà è composto dal vecchio santuario e dal nuovo santuario, quest'ultimo completato nel 2002. Da queste parti, comunque, passano ben due milioni di pellegrini all'anno, provenienti da 90 Paesi, solo per inginocchiarsi dinanzi alla tomba della prima santa cattolica del XX secolo.

 

Suor Faustina Kowalska, lo sappiamo, morì di tubercolosi il 5 ottobre 1938, a soli 33 anni di età, al termine di una vita di ripetute visioni. Faceva parte della congregazione delle Suore della beata Vergine Maria della Misericordia, fondata a partire dalle Suore di Nostra Signora della Misericordia fondate da Thérèse Rondeau a Laval in Francia nel  1816 e dedita all'assistenza delle prostitute. In questo luogo – ci spiegano le suorine – suor Faustina visse solo sei anni, quelli comunque in cui ebbe la maggior parte delle apparizioni tra le 280 che sono da lei raccontate nel Diario. Tra le visioni precedenti, si ricorda in particolare quella del 22 febbraio 1931, quando suor Faustina era ancora in convento a Vilnius, quella in cui Gesù in persona le avrebbe ordinato di far dipingere quello che lei vedeva in quel momento, cioè un Gesù dal volto radioso, con una mano che benedice e con l'altra con cui si tocca il petto all'altezza del cuore, da cui sgorgano due raggi: uno rosso, per simboleggiare l'Eucaristia, e uno bianco, per simboleggiare il Battesimo. Una scritta: «Gesù confido in te». Subito dopo Gesù intimò a suor Kowalska anche di istituire la festa della Divina Misericordia, cosa che avverrà molto più tardi, quando Giovanni Paolo II, che qui si trovava spesso a sostare in preghiera tornando a casa dal lavoro alla Solvay, attribuì la prima domenica dopo Pasqua alla celebrazione ad hoc.

 

Il santuario è dignitoso, pur non avendo nulla di straordinario, quello vecchio, edificato com'è in uno stile misto neo-gotico e neo-barocco. La piccola urna bianca che contiene le spoglie di suor Faustina è sormontata dal quadro in una intensa atmosfera di preghiera. A proposito, dopo un certo numero di domande alle suore e dopo qualche breve ricerca personale, ci accorgiamo che il quadro esposto non è l'originale, fatto dipingere in realtà da suor Faustina a Vilnius, all'artista Edmund Kazimirowski, che non volle però mai cederne la proprietà alle suore. Quello che si vede ora è un quadro commissionato ad Adolf Hyła nel 1944, ora di proprietà della congregazione: ciò spiega anche il business, inevitabile, sorto attorno alle opere di suor Faustina. Esteticamente parlando, il primo quadro appare più orientaleggiante con qualche influsso art nouveau e probabilmente artisticamente è superiroe a quello più conosciuto.

 

Attorno al santuario, alcuni edifici, sempre in mattoni rossi, accolgono le suore e le ragazze minori affidate loro dai vari tribunali polacchi, cioè l'opera sociale delle suore, da sempre. Ma è progressivamente la diffusione della Divina Misericordia ad essere diventata il centro dell'evangelizzazione delle suore, un'opera innanzitutto spirituale. «Noi parliamo alla gente della Divina Misericordia, ed è questo che il papa si aspetta da noi – precisano le suore –, perché c'è una misericordia per i corpi e una per le anime. Noi ci occupiamo soprattutto di quest'ultima». Nei fatti tutto si riassume in cinque semplici pratiche, che hanno un'ernorme diffusione nel mondo: la preghiera del giovedì, la recita del rosario con la coroncina, la celebrazione della festa, la diffusione del messaggio della Divina Misericordia e la divulgazione e l'adorazione del quadro dipinto da Adolf Hyła. A queste pratiche sono associate delle “promesse”.

 

La basilica, cioè il nuovo santuario, non è di straordinaria fattura archietttonica, va detto. Sì, il sito è più che bello e interessante, la collina Łagiewniki, ma la struttura del complesso è discutibile, con una torre che sembra adatta ad un aeroporto più che a un santuario. All'interno, il tabernacolo è avvolto da un albero in tempesta di bronzo con al centro un pianeta e sopra alla scultura il Gesù della Divina Misericordia, suor Faustina Kowalska e san Giovanni Paolo II. Qui papa Bergoglio nella sua visita confesserà alcuni giovani delle Gmg, mentre nel vecchio santuario incontrerà le 97 suore della congregazione e le ragazze da loro assistite. Si attendono centinaia di migliaia di giovani, comunque, un flusso colorato che rinvigorirà una venerazione che sta effettivamente diffondendosi in tutto il mondo in modo sorprendente.

 

Per maggiori informazioni, digitare: www. polonia.travel/it


 

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons