Al Riff vince la pietà
Ombline ha vent’anni ed è in carcere per una violenta aggressione. Stralunata e triste, sta per perdere la speranza. Ma si scopre incinta. Lotterà per il bambino che le nasce, per tenerlo per sé. È la trama del film vincitore del Roma indipendent film festival, tenutosi nel cinema Aquila della capitale, una storia di pietas sulle sventure che accadono sempre nell’umanità, in particolare alle donne. Sul dolore però vince la voglia di vivere.
È la stessa voglia che appare nei due film italiani, vincitori ex aequo, “Aquadro” di Stefano Ludovichi e “Transeuropa Hotel”, di Luigi Cinque. I due giovani registi affrontano tematiche diverse, ma che alla fine coincidono, ossia l’amore per la vita, oltre i pericoli che essa stessa incontra.
Aquadro narra di due ragazzi vittime del porno, in una difficile ricerca del vero amore, ed è il ritratto di una adolescenza smarrita alla ricerca di una possibile libertà e maturità. Transeuropa invece è un hotel siciliano dove una umanità bizzarra si trova a convivere. Anche qui la lotta di ciascuno per essere sé stesso dà luogo a drammi, ma l’occhio dei registi – ed è questo l o sguardo di tutta la rassegna romana – è quello di una infinita comprensione per lo smarrimento del nostro tempo unito alla voglia di felicità.
Dalle 120 opere in concorso, provenienti da oltre 40 paesi – tra film corti e documentari – emerge l’immagine di un mondo in sofferenza, ma pure di una straordinaria forza di amore. Anche se non premiati, restano impressi lavori come Drapchi sul Tibet e l’italiano Carta Bianca sulla storia di un giovane immigrato tunisino, morto per strada.
Il RIFF, anche quest’anno, con una folta presenza di pubblico e lo slancio dato ai giovani autori – studenti compresi – dimostra di essere uno dei migliori, e coraggiosi, festival italiani.