Al re di Giordania la “Lampada della pace” 2019
Venerdì 29 marzo 2019, ad Assisi, nella basilica di San Francesco, il custode del Sacro convento, padre Mauro Gambetti, consegnerà al re di Giordania Abdallah II, che sarà accompagnato dalla regina Rania, la “Lampada della pace di San Francesco”. Saranno presenti alla cerimonia anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha ricevuto il riconoscimento pace lo scorso anno, e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Durante la cerimonia di premiazione verrà donata a re Abdallah II un’artistica lampada che simboleggia – come ha spiegato il direttore della sala stampa del Sacro convento, padre Enzo Fortunato, – «l’essenzialità del messaggio francescano attraverso gli elementi che la compongono: la purezza del vetro, la forza dell’olio e la luce della fiamma». In altri termini: il vetro dell’ampolla esprime purezza e limpidezza e l’olio rimanda alla cura delle ferite e al desiderio di rinascita. La luce è un grande simbolo universale di fede e di pace.
Padre Fortunato ha così spiegato le motivazioni del riconoscimento assegnato a re Abdallah II: «In Medio Oriente e in tutto il mondo ha distinto se stesso e il regno hashemita di Giordania attraverso la sua azione e il suo impegno tesi a promuovere i diritti umani, l’armonia tra fedi diverse, la riforma del sistema educativo e la libertà di culto, e allo stesso tempo ha dato ospitalità e un rifugio sicuro a milioni di rifugiati». Il portavoce dei francescani conventuali, che hanno voluto questo riconoscimento, ha anche aggiunto a proposito della situazione attuale in molti Paesi rispetto a questi temi: «Il mondo è chiamato a scegliere tra paura e fiducia nell’altro. Noi optiamo per la fiducia».
E la fiducia nell’altro è anche il tema che emerge con forza da un antico incontro dipinto da Giotto nella Basilica superiore di Assisi, di cui ricorre quest’anno l’ottavo centenario: il colloquio rispettoso e aperto avvenuto nel 1219 a Damietta, in Egitto, tra Francesco d’Assisi e il sultano Malik al-Kamil, nipote del grande Saladino. La Lampada della pace si inserisce quest’anno nei festeggiamenti per questa ricorrenza storica di grande valore culturale e profetico.
Re Abdallah II riceve un riconoscimento che è stato istituito dai francescani nel 1981, 38 anni fa, e che è stato finora assegnato a 16 personalità che si sono particolarmente distinte per il loro contributo e l’impegno per la pace nel mondo. Fra esse, negli ultimi anni: Mikhail Gorbaciov, Ingrid Betancourt, Mohamed El-Baradei, Simon Peres, Abu Mazen e Juan Manuel Santos, oltre a Benedetto XVI, papa Francesco e Angela Merkel.
Il re di Giordania è stato promotore di pace e dialogo interreligioso fin dalla sua ascesa al trono nel febbraio 1999, alla morte di suo padre, il re Hussein. Re Abdallah II è stato il principale promotore nel 2004 del Messaggio di Amman, che mette in luce la natura profonda della fede islamica, invitando le nazioni musulmane a unirsi per promuovere i diritti umani e le libertà fondamentali della persona, contrastando l’estremismo.
Nel 2007 il cugino e consigliere del re di Giordania, il principe Ghazi, insieme a 137 personalità del mondo islamico, ha inviato un messaggio al papa e a tutte le autorità cristiane della terra (Una parola comune tra noi e voi) in cui si afferma che cristianesimo e Islam condividono gli stessi valori dell’amore di Dio e dell’amore per il prossimo. Da otto anni, inoltre, il re promuove alle Nazioni Unite la Settimana mondiale per l’armonia tra le fedi.
L’impegno costante del re di Giordania è stato riconosciuto negli anni scorsi a livello internazionale con il “Premio per la tolleranza”, assegnatogli dal Centro Simon Wiesenthal nel 2005, con l’attribuzione nel 2016 del premio “Pace di Westfalia” e lo scorso anno con quella del “Premio Templeton” per il progresso nella ricerca o nelle scoperte sulle realtà spirituali.