Al Maxxi l’Italia di ieri e di oggi

Per i 70 anni della Repubblica, un caleidoscopio di immagini, tra bellezza e incuria, personaggi e storie, dell’Italia degli ultimi 30 anni attraverso gli sguardi di 40 fotografi italiani e internazionali
Inaugurazione della mostra

Come eravamo e come siamo diventati. Italia e italiani. Per festeggiare i 70 anni dalla nascita della Repubblica il museo Maxxi di Roma ha appena inaugurato una grande mostra fotografica che vuole essere uno sguardo sul Belpaese nel passato e nel presente, per rilanciare un ulteriore sguardo al futuro, a quel che saremo e che potremo essere.  Un viaggio dal nord al sud attraverso 150 immagini che raccontano l’Italia degli ultimi 30 anni nelle sue molteplici, a volte contraddittorie, sfaccettature.

 

Un itinerario visivo che si snoda in 4 sezioni – Arte, architettura, cultura; Res Pubblica; Paesaggi contemporanei; Città, comunità, lavoro –per restituirci un'immagine ben lontana dallo stereotipo del Belpaese, ma anche un viaggio nei linguaggi e nelle sperimentazioni più avanzate della fotografia contemporanea. Ci sono paesaggi sublimi e altri compromessi dal degrado, città ideali e periferie abusate, architetture d’autore e spazi urbani ai margini, comportamenti e costumi, protagonisti dell’arte e del mondo del lavoro, contraddizioni e pluralità che connotano l’identità della Penisola.

 

La mostra si apre con le rappresentazioni del mondo dell’arte, dell’architettura, della cultura, della moda, che costituiscono la radice identitaria del nostro Paese. I ritratti degli artisti della Biennale di Venezia di Ugo Mulas e le fotografie di Massimo Piersanti dell’archivio Graziella Lonardi Buontempo dialogano con le eccellenze dell’architettura riprese da grandi autori, come Gabriele Basilico che ritrae la GIL di Luigi Moretti, a Roma. Le costruzioni del Foro Italico fanno da sfondo ai ritratti di moda di Giovanni Gastel che hanno saputo celebrare il made in Italy, così come le immagini di Ferdinando Scianna, realizzate per la prima campagna pubblicitaria di Dolce & Gabbana, hanno integrato l’indagine antropologica con la fotografia di moda.

 

Fa parte della sezione “Res publica” il lavoro di Armin Linke, Il Corpo dello Stato, dove l’artista indaga le stanze “segrete” del Potere, i luoghi fisici nei quali viene esercitato il potere decisionale. In questa riflessione sullo spazio pubblico e il suo utilizzo, la Sicilia si offre come specchio delle contraddizioni che attraversano tutto lo stivale: le fotografie di denuncia ecologica di Letizia Battaglia si confrontano con le nuove forme di una mafia che fa sistema, insinuandosi negli spazi comuni, come testimonia il progetto Corpi di reato di Alessandro Imbriaco, Tommaso Buonaventura eFabio Severo, documentazione fotografica sui luoghi di residenza di membri di organizzazioni mafiose, diffusi in tutta Italia.

 

Nella sezione “Paesaggi contemporanei”, la Sicilia e l’Italia tutta esprimono anche una fisicità sublime, connotata, pacifica. Certamente un’immagine sedimentata nell’immaginario collettivo, sovente stereotipata. Sul rapporto tra questa immagine e il panorama postmoderno che ha ridisegnato le periferie delle nostre città, si è posato lo sguardo della storica generazione di fotografi che, soprattutto a partire dagli anni ’80, si sono dedicati a riscrivere l’immagine dell’Italia: Luigi Ghirri,Mario Cresci,Guido Guidi. Un’altra interpretazione, altrettanto intensa, è quella di Franco Fontana, che di quei paesaggi offre una visione straniante ed estatica.

 

Con la sezione “Città, comunità, lavoro”dal paesaggio, dal corpo, si torna infine all’uomo, elemento centrale e di attivatore di forze, energie intellettuali e produttive. Nell’ultima sezione in mostra, il mondo del lavoro è raccontato dalle storiche testimonianze di Tano D’Amico ePaola Agosti (gli scioperi, le occupazioni, il lavoro femminile), dalle immagini di raffinerie di Paolo Pellegrin fino a quelle più recenti dei concorsi pubblici documentati da Michele Borzoni.

 

In ogni sezione, un focus è dedicato ai nuovi orizzonti, alle ricerche cioè che contaminano i linguaggi del video e della fotografia. Ne fanno parte l’installazione di Petra Noordkamp dedicata a Gibellina, in cui la ripresa video è trattata come l’immagine statica della fotografia; l'installazione di Alterazioni video dedicata alle architetture incompiute in Sicilia; la “velocizzazione” cui Olivo Barbieri sottopone le quasi 8 mila immagini de La città perfetta; e il video sul tema dell’immigrazione del reporter Francesco Zizola. In occasione della mostra alcuni fotografi, tra cui Letizia Battaglia,Tommaso Bonaventura,Giovanni Gastel,Alessandro Imbriaco e Fabio Severo, saranno protagonisti di una serie di incontri sul loro lavoro.

“ExtraordinaryVisions. L’Italia ci guarda”, a Roma, Museo Maxxi, fino al 23 ottobre 2016.

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