Al Guadalquivir delle stelle
Appunti di pellegrinaggio a Santiago de Compostela: Astorga e il Palacio episcopal di Gaudì
Astorga, provincia di Leon, altezza metri 870, di circa 15 mila abitanti, è una cittadina medievale che fu fondata quattordici anni a.C. da Augusto (Asturica, Augusta), che provvide a circondarla di grosse mura, parte delle quali tuttora resistono. Al crocevia delle più importanti vie spagnole dell’Impero – Siviglia, Tarragona, Saragozza – fu al centro di guerre, distruzioni e ricostruzioni che coinvolsero un po’ tutti: Asturi, Cantabri, Arabi.
Sede Vescovile fin dal III secolo, riuscì a ritrovare una sua centralità cristiana nel 1230, divenendo così anche punto importantissimo del Cammino, tanto da avere benventicinque ospizi. Si entrava, si entra tuttora per strade tutte in salita, per la Porta del Sol, dove c’era un convento francescano; un altro ospizio, il più importante, era quello di San Giovanni, a lato della stupenda Cattedrale di Santa Maria. Questa, di stile gotico fiammeggiante, iniziata nel 1473 e finita nel 1693, evidenzia
nella facciata per questa sua lunga gestazione anche elementi dei successivi stili barocco e plateresco.
Al suo interno, fra tante meraviglie, c’è da estasiarsi di fronte al "Retablo Mayor", insigne opera barocca di Gaspar Becerra, ed ai pregevoli coro e pulpito, lignei.Altrettanto interessanti sono la Sagrestia e i vani vicini destinati a museo, che accolgono il tesoro costituito da reliquari e da oggetti di culto, alcuni anche di arte araba.
Vicino alla Cattedrale, c’è tuttora la terribile "Celda de las Emparedadas" ove venivano murate le donne di facili costumi, che potevano sopravvivere solo grazie agli alimenti che per carità era possibile fornire loro attraverso un pertugio. In un’ottica turistico religiosa, meritano ulteriore attenzione le Chiese di San Francesco, di San Bartolomeo, di Santa Marta, e la Plaza Mayor, dove sul tetto del Municipio dalla facciata barocca, c’è una campana-orologio le cui ore sono scandite dalla percussione delle mazze delle sagome di due bronzei maragati.
Ma quello che con la cattedrale costituisce lo splendore di Asterga, è il "Palacio Episcopal", opera del genio di Gaudi, costruito fra il 1899 e il 1913, che ora ospita il museo dei Cammini. Visitarlo è allo stesso tempo un godimento ed un notevole impegno. Impegno, perché se si indugia nei particolari del museo, poco tempo resta per il resto. Se si trascura invece il museo, allora ci si può dedicare con calma alla ammirazione di un castello da fiaba, che, fondamentalmente di stile gotico, è stato intensamente permeato da altri stili e da invenzioni tali da rendere il visitatore stupefatto dalla proposta contemplativa che il genio di Gaudi qui ha voluto lasciare.
Le accoglienti e riposanti vie e piazzette di Astorga seducono anche per la diffusissima offerta di specialità gastronomico dolciarie tipiche della regione: i cioccolatini "mantecati", cioè a pasta grassa e profumata, molto buoni, ma che, assaggiatili, non comprerei proprio perché un po’ troppo grassi.
Qui ad Astorga finiscono le mesetas e la piana di Castiglia e cominciano le montagne dette della Maragateria: e Maragatos vengono dunque chiamati gli abitanti, i montanari di questa desolata regione che sta a Sud-Ovest dei Monti Cantatrici e che impegna il Cammino per circa 35 chilometri.
Brano tratto dal libro “Al Guadalquivir delle stelle” di Angela e Giuseppe Lussignoli