Al cinema tra avventura e adolescenza
I film in uscita a fine agosto
The Stag, se sopravvivo mi sposo
Commedia tutta irlandese, dal regista John Butler, al cast, interessante perché è spia su un certo tipo di mentalità dell’isola, molto attuale, che ce l’ha con l’Europa, la chiesa, eccetera. La storia dello sballo di un gruppo di amici per un addio al celibato, tra le umide nebbie delle colline è nota. Di più c’è un humour tutto irlandese, fatto di gags, di allusioni in cui gli attori danno il meglio con u n tocco di buonismo conclusivo che non guasta. Il film in realtà è furbetto e i l suo messaggio lo lancia alle platee irlandesi che l’hanno visto campione di incassi, ma non è da sopravvalutare. Da noi infatti non suona troppo originale.
Il fuoco della vendetta
Due fratelli, uno Russel che lavora in fabbrica e si prende cura del padre malato; l’altro, Rodney, reduce dall’Iraq con turbe psichiche che lo coinvolgono in incontri di lotte clandestine, un mondo marcio e tremendo. Russel – un perfetto Christian Bale – vuol bene al fratello, tenta di salvarlo. Ma è lui stesso un perdente: finisce in carcere, la donna che ama va con un altro, la fabbrica sta per chiudere. E’ un film di lotta per la vita. Di qui il senso alto di tragedia incombente, la fotografia sporca, le arie fumose e la violenza esibita. Rodney (Casey Affleck) viene ucciso dai criminali e Russel lo deve vendicare. Una regia attenta, rapida, dialoghi scabri e soprattutto espressioni intense, una musica cupa danno al film il sapore appunto del dramma di vita, diretto con rara sinteticità da Scott Cooper.
Pazza idea (Xenia)
Presentato a Cannes nella sezione Un certain regard, il film, in parte autobiografico, del greco Panos H.Kountras racconta di due giovani fratelli che da Creta passando per Atene viaggiano verso Salonicco alla ricerca del padre che li ha abbandonati ed ora si è fatto una nuova famiglia.
Odysseus, diciottenne, è più introverso e maturo, Danny, sedicenne gay, è più scanzonato e più intuitivo. Li muove il desiderio della paternità, la voglia di crescere e di conoscere la vita. Incontri e scontri in un viaggio avventuroso e poi la delusione della figura paterna. Film sull’orfanezza più morale che fisica, sulla maturazione della propria personalità evoca e descrive una società, quella greca, fatalmente in crisi di valori, ma strizza l’occhio, astutamente, a certi clichè narrativi e rappresentativi – la figura del sedicenne è talora manierata – adatti per Cannes.
Mud
Oltre due ore per un racconto di formazione adolescenziale, diretto con mano esperta da Jeff Nichols. Due quattordicenni, molto amici, con famiglie disagiate alle spalle, cercano la vita, l’amicizia, l’amore, la voglia di paternità e di ideali tra le onde paludose intorno al Mississipi, popolate di serpenti velenosi. Incontrano su di una isoletta un tipo strano, un selvaggio che fugge dal mondo con un passato difficile, braccato dai nemici, che i ragazzini scoprono man mano che l’aiutano. L’uomo diventa un modello e un amico, ma li coinvolge troppo nella sua difficile situazione che comunque aiuta i ragazzi a crescere. Il ritmo lento, le inquadrature tra primi piani intensi e distese acquatiche pericolose, l’intreccio psicologico dei sentimenti fra ragazzi ed adulti vibrano grazie all’interpretazione davvero sentita del giovane Tye Sheridan (Ellis, il ragazzo più sensibile e introverso, il vero protagonista del film) e di un Matthew McConaughey che ancora una volta sfida sé stesso nel ruolo dell’uomo braccato (mud) ma libero della provincia americana. Questa è infatti una America senza luccichii né megalopoli, ma l’umida terra dove vive gente sola che si deve costruire la vita ed ha drammi alle spalle. Leggero nonostante alcuni dialoghi ricchi di riflessione – in fondo questo è un film sul bisogno di amore – e nonostante certi toni zuccherosi e mèlo molto made in Usa (il solito “ti voglio bene” quando non sarebbe necessario), il film gira e tiene.
I Mercenari 3
Mettete insieme Stallone, Banderas, Schwarzenegger, Harrison Ford e altri avventurieri del genere ed avrete la terza replica tutta ferro e fuoco del serial che piace tanto agli appassionati dell’azione a tutto campo con gli effetti speciali. Gli ex rivali si affrontano, si pestano e soprattutto si prendono in giro – gli anni son passati per tutti e quasi non si vedono ….-, che è la cosa più bella del film tutto da vedere e da sorridere, per quanto è esagerato.Regia dinamica di Patrick Hugues.
Into the storm
Avete mai provato a trovarvi letteralmente nell’occhio del ciclone? Il regista Steven Quale ce lo racconta tramite la storia di una èquipe con a capo un testardo ricercatore e fotografo di tornadi nella cittadina provinciale di Silverstone. Intrecciando disagi familiari e adolescenziali con effetti speciali in 3D catastrofici il film rilassa – fino a un certo punto – e ci fa entrare nel brivido della catastrofe, come amano gli americani. Divertente, nonostante il tornado e spettacolare.