Al Azhar e Vaticano: dialogo impegno comune

Al Cairo un importante convegno fra rappresentanti della Santa Sede e del Centro di Al Azhar, punto di riferimento del mondo musulmano sunnita

A un anno di distanza dalla storica visita a papa Francesco dello sheikh Ahmad Mohammed El Tayyeb, senza dubbio una delle massime autorità religiose del mondo sunnita, si è svolto negli ultimi giorni un importante convegno fra rappresentanti della Santa Sede e del Centro di Al Azhar, che resta un punto di riferimento significiativo nel mondo musulmano sunnita. Il Card. Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, ha guidato la delegazione vaticana che, insieme ad alcuni esponenti del Centro di Al Azhar, hanno costituito il comitato organizzativo della riunione tenutasi al Cairo. Al centro dello scambio fra le personalità di primo piano delle due fedi era un tema di importanza cruciale nella situazione attuale dove le religioni hanno sempre più un ruolo fondamentale nel rapporto non solo fra uomini e donne del mondo contemporaneo, ma fra gruppi, comunità e nazioni. “Il ruolo di Al Azhar Al-Sharif e del Vaticano nell’opera di contrasto dei fenomeni del fanatismo, dell’estremismo e della violenza” era il titolo scelto, segno di una rinnovata coscienza di come fanatismo, estremismo e violenza con radici religiose siano argomenti che debbono essere affrontati con responsabilità comuni dai leaders religiosi.

 

La sollecitazione trasmessa ai relatori – fra questi da sottolineare la presenza del prof. Abbas Shauman, vice di Al Azhar, il prof. Mahmoud Hamdi Zakzouk, capo del centro per il dialogo dell’università e il card. Jean-Louis Tauran – era quella di individuare possibili percorsi comuni per contrastare questi fenomeni alla base di violenze e oppressione in diverse regioni della terra. Le conclusioni sono state riferite in un testo finale, diffuso alla chiusura dei lavori, che sottolinea la necessità di «prestare attenzione alle istanze del mondo giovanile» aprendo “canali” di dialogo e illustrando loro i precetti di ciascuna religione, perché la possano comprendere e rispettare. I presenti hanno confermato la coscienza e l’urgenza di quanto sia necessario rafforzare «i curriculum scolastici», fornendo una «base comune» sui «valori» dell’essere umano e rilanciando il cammino di emancipazione della donna, insieme alla «cura dei bambini».

I leaders religiosi, sia musulmani che cristiani, hanno insistito sulla centralità della trilogia «misericordia, amore e rispetto» come via per contrastare le violenze e il fanatismo. Proprio su questi tre valori si auspica si possa concentrare una sempre maggiore «collaborazione» fra Al Azhar e il Vaticano «al fine di promuovere la coesistenza e la comunicazione» fra le due realtà. «Il dialogo – spiega il comunicato finale – è la base delle relazioni fra le persone, fra individui, fra civiltà e religioni». Esso è la sola via per «stabilire la pace, la sicurezza e la stabilità». In tal senso è emerso quanto siano importanti incontri fra personalità di primo piano del Vaticano e di Al Azhar, come momenti e passi essenziali per «dissipare malintesi» e rafforzare «la tolleranza».

Dal confronto fra le due delegazioni è emersa la priorità di opporsi con maggiore chiarezza e forza a «gruppi» che minano la stabilità e la convivenza fra diversità culturali, etniche e religiose. In secondo luogo, non sembra possibile avere priorità di questo tipo senza un impegno ad «alleviare» le sofferenze di quanti subiscono violenze in nome della religione in molte parti del mondo ed «eliminare» l’odio e l’animosità «fra religioni e la profanazione dei simboli religiosi». Da qui nasce, allora, un vero impegno collaborativo al fine di contrastare, in modo realistico e fattivo, il terrorismo e le organizzazioni terroristiche. È necessario mirare alle rispettive fonti di sostentamento, «fermare i rifornimenti di denaro e di armi, chiudere le porte dei social e delle comunicazioni, per proteggere i giovani dalle loro ideologie devastanti».

Nel contesto di questo convegno e delle conclusioni raggiunte, merita mettere in evidenza l’intervista rilasciata dallo sheikh Ahmad Mohammed El Tayyeb, pubblicata dalla “Stampa” di Torino. In essa l’autorità egiziana ha sottolineato come sia favorevole alla formazione al dialogo sia dei giovani musulmani che di quelli cristiani. In questo ambito si è promosso un seminario fra delegazioni di giovani di entrambe le parti che hanno discusso questioni fondamentali come la pace universale e, soprattutto, la convivenza pacifica fra Occidente e Oriente. El Tayyeb ha sottolineato la sua fiducia sul fatto che i giovani riusciranno a liberarsi dal peso del nostro comune passato, che ha impedito alle generazioni precedenti di promuovere una cultura della pace e della convivenza. Al Tayyeb ha reagito anche sull’evoluzione che il mondo Islam sta vivendo e che, purtroppo, non viene sufficientemente messa in rilievo. In effetti, il processo è complesso e non sempre facile nonché molto variegato proprio per la diversificazione esistente all’interno del mondo musulmano.

A questo proposito è opportuno arrivare ad una conoscenza vera dell’Islam e dei suoi valori. Qui sta un punto fondamentale per controbattere il fondamentalismo islamico. Infine, l’Europa sta proponendo all’Islam, in mezzo a criticità notevoli e sempre nuove, una immagine diversa dell’Islam stesso e, in questo processo, il ruolo di Al Azhar può essere fondamentale e positivo.

Fonti: AsiaNews e La Stampa

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