Aiuti e conforto dalla solidarietà
In Cile si dovranno aggiornare le tabelle antisismiche
Dal Cile devastato dal terremoto continuano ad arrivare informazioni via via più drammatiche. Lungo la cordigliera delle Ande e in riva all’Oceano Pacifico, le zolle tettoniche si scontrano da sempre con una continuità ininterrotta, come se il pianeta fosse sul punto di spaccarsi, afferrato da una tenaglia immane che lo scuote senza sosta, ogni giorno dell’anno. Qui i vulcani fumano in continuazione, punteggiando di bagliori sinistri l’interminabile dorsale.
Ecco perché, sulle prime, molti ci siamo detti: «Per fortuna è toccato al Cile: non c’è Paese al mondo più preparato e organizzato per affrontare e superare queste emergenze».
È tutto vero, ma questo discorso è stato smentito presto dalle immagini che sono continuate ad arrivare. Il Cile è certamente più preparato di altri Paesi; ma a tutto c’è un limite, il sisma è stato di una violenza tale che abbiamo assistito a crolli non prevedibili di edifici pressoché nuovi venuti giù come castelli di carta. E i morti si contano già a centinaia. Si dovranno, dunque, aggiornare ancora una volta le tabelle per elevare il grado di sicurezza antisismico. Ma soprattutto urgono i soccorsi, perché emergenze ambientali come queste siamo chiamati ad affrontarle solidarmente.