Aids, nei vicoli di Genova nasce centro assistenza gratuito

Si chiamerà IoC(’)entro e consentirà alle persone, fuori da un contesto ospedaliero, di fare test gratuiti, di ricevere assistenza e indicazioni sul percorso terapeutico da seguire in caso di sieropositività. Il centro sarà operativo entro il mese di dicembre.
Fonte: Pexel

Tra i caruggi di Genova, dove tutto è incontro, nascerà IoC(’)entro, un checkpoint per informare sull’Hiv (e su tutte le malattie sessualmente trasmissibili), fare test rapidi e ricevere supporto psicologico. È un servizio completamente gratuito. L’apertura è prevista entro il mese di dicembre 2021. I finanziamenti del bando Community award program di Gilead sciences contribuiranno alla realizzazione del progetto.

I servizi
Il servizio sarà portato avanti da personale medico, psicologi e personale non sanitario adeguatamente formato. Vi saranno gruppi d’aiuto, composti da persone Hiv positive che potranno fornire informazioni sul percorso terapeutico da seguire in caso di positività. Sarà un progetto per la diagnosi dell’Hiv fuori dal contesto ospedaliero. Sorgerà infatti in vico Indoratori, tra i vicoli di Genova. «È accertato che proporre il test in un contesto di comunità è l’arma vincente per rendere le persone “sieroconsapevoli” e far emergere casi d’infezione sommersi», spiega Maria Viscoli, responsabile del progetto.

La struttura
Il progetto IoC(’)entro, ideato da Anlaids Liguria, verrà anche realizzato grazie al finanziamento vinto con il Community Award Program 2021, bando di concorso promosso in Italia dalla società biofarmaceutica Gilead Sciences per selezionare e premiare i migliori progetti presentati da associaizoni o organizzazioni no profit del Paese nell’area delle malattie infettive e delle patologie oncoematologiche. La struttura aprirà entro il mese di dicembre 2021 e sarà composta da quattro locali siti a piano strada, in un immobile di proprietà del comune di Genova che Anlaids si è aggiudicato per una durata di sei anni, grazie a un bando pubblico.

Le terapie
Se è vero che l’avvento delle terapie antivirali ha radicalmente cambiato la prospettiva di vita di un paziente con Hiv, nel corso degli ultimi 20 anni quella del virus in Italia è una storia quanto mai attuale. Solo nel 2019 le diagnosi da Hiv sono state più di 2.500, metà delle quali avvenute tardivamente, in uno stadio avanzato della malattia, quando il numero di cellule del sistema immunitario, bersaglio dell’Hiv, è ormai troppo basso e l’efficacia delle terapie diminuisce.

Le terapie antiretrovirali, sebbene non riescano a eliminare il virus, possono tenerlo a bada: i pazienti sieropositivi che seguono la terapia, non solo non sviluppano l’Aids e hanno un’aspettativa di vita paragonabile a quella dei pazienti sieronegativi, ma possono ridurre la carica virale in circolo al punto che il virus non sia più rilevabile, eliminando così anche il rischio di infezione per gli altri.

La situazione ligure
La Liguria negli ultimi anni si è sempre attestata fra le regioni italiane con il numero piu elevato di nuove infezioni da Hiv in rapporto alla popolazione. Nel 2019 il tasso di incidenza è stato di 5,5/100mila residenti, superiore al tasso d’incidenza italiano (pari a 4,7/100mila) ed europeo (pari a 4,7/100mila residenti). L’iniziativa dell’associazione Anlaids replica le esperienze di checkpoint già nate nel mondo e in Italia, come a Milano, Palermo, Napoli e Roma, sulle indicazioni fornite da Unaids, il programma delle Nazioni Unite contro l’Aids.

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