Ai Giardini di Kensington
Polmone verde nel cuore di Londra in prosecuzione di Hyde Park, i Giardini di Kensington, un tempo anch’essi parco reale ora aperto al pubblico, prendono nome da Kensington Palace, dove nacque nel 1819 la regina Vittoria (in tempi recenti residenza di Lady Diana, lo è ora della coppia reale William e Kate). Esteso per circa 111 ettari, racchiude in sé molte attrattive naturali, storiche e artistiche, oltre al Palazzo citato, in parte visitabile: il Long Water, delizioso lago artificiale condiviso con Hyde Park, un secondo minore lago, il Round Pond, un giardino all’italiana e uno all’olandese, l’Albert Memorial, che la regina Vittoria fece realizzare in onore del defunto marito, il Diana Memorial PlayGround, sorta di parco giochi per bambini, una galleria d’arte (la Serpentine Gallery), un monumento dedicato all’esploratore britannico John Hanning Speke e innumerevoli sculture di varia epoca, come la statua equestre di sir Cecil Rhodes, il fondatore della Rhodesia (attuale Zimbawe), e l’Arco di Henry Moore.
Questo parco stupendo, dove è bello passeggiare in tutte le stagioni o fare sport all’aria aperta, è caro anche a generazioni di bambini inglesi perché in esso James Matthew Barrie ambientò Peter Pan nei giardini di Kensington, le avventure dell’eterno bambino che precedono quelle narrate nel successivo suo viaggio all’“Isola che non c’è”. Chi scende lungo il Long Water s’imbatte nella statua bronzea di questo beniamino dei giovanissimi rappresentato mentre suona il flauto su un alto piedistallo dove figurano altri personaggi – siano umani o appartenenti al mondo animale – del ciclo romanzesco. A dire la verità l’angelico bambino plasmato da sir George Frampton nel 1912 ha ben poco del furbo folletto creato dall’autore scozzese. Che infatti, al vederlo, sembra abbia esclamato: «Non traspare affatto il demone che è in Peter».
Piaccia o non piaccia, questa statua compare anche in Hook – Capitan Uncino, film del 1991 diretto da Steven Spielberg e interpretato da Robin Williams: vi si narra di un Peter Pan cresciuto e divenuto padre di famiglia, che per recuperare i suoi due ragazzi rapiti da Capitan Uncino fa ritorno all’“Isola che non c’è” riacquistando l’antico spirito giovanile, necessario a sfidare il suo nemico di sempre.
Che James Matthew Barrie (1860-1937) fosse nato per fare lo scrittore, lo dice il fatto che fin da piccolissimo era solito intrattenere i fratelli con storie fantasiose di sua invenzione. Dopo le prime esperienze deludenti come giornalista, si spostò a Londra, dove iniziò a scrivere i suoi primi romanzi, cui si aggiunsero opere teatrali. Il successo non fu immediato, ma quando finalmente giunse risultò tale che in certe stagioni i teatri londinesi del West End ospitavano 5 suoi drammi differenti.
Decisivo per la sua carriera fu l’incontro casuale, proprio nei Giardini di Kensington, con i 5 bambini dei coniugi Llewellyn-Davies. In loro compagnia Barrie cominciò a trascorrere le sue giornate, a giocare, a immaginare… Da questa amicizia nacque il personaggio di Peter Pan, che appena accennato nel romanzo L’uccellino bianco del 1902, divenne il 27 dicembre 1904 protagonista dello spettacolo teatrale Peter Pan, o il ragazzo che non voleva crescere; storia in seguito adattata e ampliata nel romanzo del 1911 Peter e Wendy, poi Peter Pan e Wendy e infine semplicemente Peter Pan, origine della sua fama mondiale.
Barrie ebbe modo di intrattenere con i suoi racconti perfino le giovani figlie del duca di York, future regina Elisabetta II e principessa Margaret, acquisendo successivamente il titolo di baronetto. Per lui, soddisfazioni e riconoscimenti si alternarono a esperienze dolorose, come il fallimento del suo matrimonio con un’attrice. Morì sazio di successo, ma solo e senza eredi. La sua storia, e in particolare le vicende intrecciate a quelle dei Llewellyn-Davies e alla scrittura del suo capolavoro, sono state portate sul grande schermo da Marc Forster nel film del 2004 Neverland – Un sogno per la vita, con Johnny Depp nei panni dello scrittore.
Accennavo prima all’Uccellino bianco, romanzo che segna la prima apparizione letteraria di Peter Pan. Di recente pubblicato dall’editore Leone, includendo anche Peter Pan nei Giardini di Kensington, è velatamente autobiografico. Barrie, infatti, qui rappresenta sé stesso come un scapolo quarantenne, reduce di guerra, che vive con inglese regolarità la sue giornate, assieme a un cane San Bernardo, Porthos, unico suo motivo d’affetto. I suoi passatempi preferiti sono la scrittura e il club di cui fa parte. Da lì osserva curioso ogni giorno una giovane bambinaia e il suo innamorato, postino e pittore. Quando scopre che i due hanno litigato di brutto, riesce, a loro insaputa e con uno scaltro inganno, a farli riconciliare. Diventato amico della coppia, comincia presto a occuparsi anche del loro figlioletto David, portandolo spesso ai Giardini di Kensington, dove i due ambientano storie di loro invenzione. E sarà proprio in una di queste che comparirà per la prima volta “il bambino che non voleva crescere”.