Da qualche anno vi è il boom delle ferie in agriturismo e i motivi non mancano. E proprio quando un’iniziativa ha successo, prontamente si inseriscono operatori non trasparenti. In taluni casi si nascondono, in mentite spoglie, ristoranti e alberghi di campagna che nulla hanno a che vedere con l’agricoltura.
Un agriturismo è l’attività di un imprenditore agricolo che offre ai turisti nei propri campi vitto e alloggio, utilizzando prodotti propri e organizzando talvolta attività ricreative o culturali, come prescrive il Codice civile. Per attività agrituristica, secondo la legge 96/06 si intende la ricezione, l’ospitalità – anche in spazi aperti destinati alla sosta dei campeggiatori –, la somministrazione sul posto di pasti e bevande e l’organizzazione, nell’ambito dell’azienda agricola, di attività culturali, didattiche, ricreative e sportive.
Tali attività si devono realizzare pienamente con l’utilizzazione della propria azienda, in rapporto di relazione e complementarietà rispetto alle attività agricole, che devono comunque rimanere quelle principali.
Questa forma di turismo, che consiste nel soggiornare presso un’azienda agricola dietro un pagamento pattuito, prevede, per essere veramente tale, anche un certo impegno di collaborare alle attività agricole, cosa che forse non guasta perché tiene in forma corpo e anima.
Infatti, tali forme turistiche sono nate per favorire lo sviluppo e il riequilibrio del territorio agricolo, agevolare la permanenza dei produttori agricoli nelle zone rurali, favorire la conservazione e la tutela dell'ambiente, valorizzare i prodotti tipici, tutelare e promuovere le tradizioni e le iniziative culturali del mondo rurale. Quindi scegliamo un turismo responsabile e, se abbiamo capito la filosofia, cerchiamo le vere aziende agrituristiche interessandoci presso le federazioni di categoria (Coldiretti, www.terranostra.it; Confagricoltura, www.agriturist.it).