Agenzia europea per i medicinali: da Londra a Milano?
La Brexit, com’è noto, comporterà molte conseguenze negative per il Regno Unito e per l’Unione Europea (UE) ma può rappresentare un’opportunità per altri Stati membri, come l’Italia. Infatti, Londra è costretta a rinunciare ad ospitare l’Autorità bancaria europea e l’Agenzia europea per i medicinali. L’Italia, quindi, ha candidato Milano ad ospitare l’Agenzia europea per i medicinali ed ha istituito una task force, guidata da Enzo Moavero Milanesi (già funzionario della Commissione Europea, giudice della Corte di Giustizia dell’UE e Ministro per gli Affari Europei nei governi presieduti da Mario Monti e da Enrico Letta). Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni, lunedì 24 luglio, ha presentato a Milano la candidatura della città lombarda a sede dell’Agenzia europea per i medicinali.
Ebbene, la sede dell’Agenzia europea per i medicinali, che dal 1995 è responsabile della protezione della salute degli uomini e degli animali attraverso la valutazione scientifica e la sorveglianza dei medicinali venduti all’interno del mercato unico europeo, fa gola a ben 21 dei restanti 27 Stati membri dell’UE. In realtà, solo alcune città si contendono realmente l’assegnazione: tra queste Parigi, Copenaghen, Stoccolma, Monaco di Baviera, Berlino, Vienna e Bratislava, ma anche Dublino, Lisbona e Barcellona sono della partita. Infatti, l’Agenzia europea per i medicinali ha un bilancio di circa 300 milioni di euro, impiega circa 900 unità di personale e, tra gruppi di lavoro e di studio, farebbe muovere circa 36.000 persone.
Eppure, secondo uno studio della società di consulenza KPMG, che ha confrontato 16 città candidatesi ad ospitare l’Agenzia europea per i medicinali, Parigi è in prima posizione, seguita da Copenaghen e da Stoccolma, mentre Milano si attesta al quattordicesimo posto. Lo studio considera una serie di parametri, tra i quali la qualità della vita, la stabilità politica, le infrastrutture e l’importanza del settore farmaceutico locale. I punti di debolezza di Milano sarebbero proprio la scarsa qualità della vita, l’instabilità politica e la corruzione (l’Italia è al 60° posto su 167 paesi nell’indice Transparency Global Anti-corruption). Un punto di forza, invece, sarebbe rappresentato dalla presenza di molte aziende farmaceutiche nell’area. Comunque, lo studio è stato commissionato da Novo Nordisk, una compagnia farmaceutica danese e, quindi, deve essere letto con la dovuta attenzione ma, senza dubbio, sarà utilizzato come strumento di pressione sui decisori politici.
La Commissione Europea ha elaborato delle linee guida nelle quali sono stati individuati sei criteri per scegliere la nuova sede: la rapidità con cui l’istituzione può diventare operativa, la sua accessibilità, le scuole per i figli dei dipendenti dell’Agenzia, l’accesso al mercato del lavoro e ai servizi medici e sociali per i bambini e i partner, la continuità dell’attività dell’Agenzia e la posizione geografica. Infatti, nel 2003, è stato deciso che le istituzioni dell’UE debbano essere distribuite in modo equo nei vari Stati membri. La Commissione Europea renderà nota la sua analisi delle candidature a settembre, a cui farà seguito un dibattito nel Consiglio europeo ad ottobre ed un suo voto a maggioranza semplice e scrutinio segreto a novembre.
Milano, dalla sua, può contare sul fatto che la Regione Lombardia ha messo a disposizione la Torre Pirelli, il grattacielo disegnato 60 anni fa da Gio Ponti e Pier Luigi Nervi, dove l’Agenzia europea per i medicinali potrebbe essere subito operativa. Inoltre, la città meneghina ospita circa 3000 compagnie multinazionali che impiegano 300.000 persone (l’Italia è il secondo produttore europeo di farmaci dopo la Germania). Infine, Milano ha una vivace vita culturale, un sistema di trasporto pubblico efficiente, tre aeroporti e linee ferroviarie ad alta velocità.
Ebbene, come sempre, nella partita entrano alcuni fattori geopolitici che accompagnano la scelta delle sedi delle agenzie. Infatti, la Germania sarebbe decisa a sostenere la candidatura di Bratislava, capitale della Slovacchia (che al momento non ospita alcuna istituzione europea), che potrebbe condividere alcuni uffici con la vicina Vienna, opzione che vedrebbe certamente il favore degli Stati membri dell’Europa dell’Est, in cambio del loro sostegno ad assegnare a Francoforte, già sede della Banca Centrale Europea, l’Autorità bancaria europea. Del resto, l’Italia ospita già a Parma l’Agenzia Europea sulla Sicurezza Alimentare ma, secondo alcuni osservatori, questa vicinanza potrebbe anche essere un valore aggiunto alla candidatura di Milano. Se probabilmente i paesi scandinavi confluiranno sulla candidatura di una delle città del Nord Europa, bisogna sperare che i paesi del sud dell’Europa non si dividano tra l’appoggio a Milano e quello a Barcellona (che ha anch’essa un edificio pronto all’uso, la suggestiva torre Agbar).