Africa, un’importante spinta regionale per il clima

Si moltiplicano le conferenze e i dibattiti in vista della Cop27, la conferenza delle Nazioni Unite sul clima che si terrà a Sharm el-Sheikh, in Egitto, dal 6 al 18 novembre. Durante la settimana africana per il clima (29 agosto – 2 settembre), l’Africa ha chiesto di porre fine all’ingiustizia climatica e il 5 settembre ha denunciato l'assenza di molti leader mondiali al vertice di Rotterdam sul clima.
Macky Sall (John Thys, Pool Photo via AP, File)

Il 5 settembre diversi leader africani hanno denunciato l’assenza dei leader del mondo industrializzato al Vertice a sostegno dell’adattamento dell’Africa ai cambiamenti climatici, svoltosi nella città portuale olandese di Rotterdam. Il Vertice precede di due mesi la cruciale conferenza sul clima Cop27 che si terrà Sharm El-Sheikh in Egitto a novembre prossimo. Il Vertice di Rotterdam è stato il primo a concentrarsi sull’aiuto all’Africa per far fronte alle conseguenze del cambiamento climatico. Ha riunito sul tema l’Unione Africana, il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) e il Global Centre on Adaptation (Gca): un’azione concertata a sostegno dell’adattamento dell’Africa ai cambiamenti climatici.

“Non posso non notare con amarezza l’assenza dei leader del mondo industrializzato”, ha dichiarato Macky Sall, attuale presidente dell’Unione Africana e presidente del Senegal, all’apertura del vertice. “Poiché sono i principali inquinatori del pianeta, sono loro che devono finanziare l’adattamento”, ha continuato Sall, alle cui parole hanno fatto eco altri leader africani.

Il premier olandese Mark Rutte ha ammesso nelle sue osservazioni conclusive che l’affluenza dei leader non africani è stata deludente. “So che molti volevano venire, ma semplicemente credo che la partecipazione non sia stata al livello che avremmo voluto”, ha detto Rutte. La comunità internazionale deve “riflettere su come muoversi in futuro… avere il maggior numero possibile di leader presenti” alle future conferenze Cop e ad altri incontri sul clima. La Gca spera di raccogliere impegni in capitale per attrarre investitori in programmi di adattamento. “Dobbiamo trovare 250 milioni di dollari, non è chiedere molto”, ha detto il senegalese Sall.

Secondo la Banca africana di sviluppo, l’Africa avrà bisogno di 1.600 miliardi di dollari tra il 2020 e il 2030 per attuare gli impegni di azione per il clima. Ma l’Africa produce meno del 4% delle emissioni mondiali di CO2, pur pagando il prezzo più alto per il riscaldamento globale. “Il continente africano ha il minore impatto sui cambiamenti climatici, ma paradossalmente subisce la maggior parte delle conseguenze di questi flagelli”, ha dichiarato Félix Tshisekedi, presidente della Republica Democratica del Congo. “Abbiamo il dovere morale di aiutare l’Africa ad affrontare il cambiamento climatico”, ha dichiarato l’ex segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon.

La scorsa settimana, in occasione del vertice dell’Africa Climate Week (Acw2022) a Libreville, in Gabon, diversi leader del continente africano hanno sottolineato il fallimento della comunità internazionale nel raggiungere gli obiettivi della Cop21 di Parigi del 2015: contenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali entro il 2100, puntando idealmente a 1,5 gradi, un obiettivo che gli scienziati temono sia sempre più sfuggente. Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale, il riscaldamento potrebbe invece raggiungere i 2,5-3 gradi.

L’evento di Libreville ha riunito più di 2.300 partecipanti esponenti di governi, organizzazioni multilaterali, settore privato e società civile e molti altri si sono uniti virtualmente in oltre 200 sessioni. Questa ampia consultazione ha permesso al continente africano di tracciare la propria rotta verso un futuro definito da basse emissioni e alta resilienza agli impatti climatici già osservati.

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