Il 24 e 25 ottobre, Dakar, la capitale del Senegal, ha ospitato l’ottava edizione del Forum internazionale sulla pace e la sicurezza in Africa. Tra gli ospiti erano presenti, con gli altri delegati, anche il presidente angolano João Lourenço, il capoverdiano José Maria Neves e il presidente della Guinea Bissau, Umaro Sissoco Embaló, che è anche l’attuale presidente della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas), che coordina dal 1975 le politiche comuni sulla sicurezza di 16 Stati della regione.

Erano presenti a Dakar anche i ministri degli Affari esteri e della cooperazione internazionale del Mali, Abdoulaye Diop, e il ministro degli Esteri del Gambia, Mamadou Tangara.

Il forum di quest’anno si è svolto in un fragile contesto per la sicurezza regionale: colpi di stato militari, moltiplicazione degli attacchi jihadisti, in particolare nell’Africa francofona.

Aprendo il Forum di Dakar, il presidente dell’Unione Africana, il senegalese Macky Sall, ha auspicato una riforma della governance globale, deplorando alcune incongruenze che emergono sempre più evidenti dal punto di vista dei Paesi africani. Il capo di Stato senegalese ha criticato le inadeguatezze di organizzazioni come il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite o il G20, elencando le tristi realtà che l’Africa deve affrontare: la diffusione dei jihadisti, le conseguenze delle crisi climatica e sanitaria, la guerra in Ucraina, la ripresa dei colpi di stato.

«Il terrorismo che sta prendendo piede nel continente non è solo un affare africano, è una minaccia globale» ha dichiarato rivolgendosi all’assemblea e in particolare ai suoi colleghi: il presidente angolano e quello capoverdiano. «L’inerzia del Consiglio di sicurezza nella lotta al terrorismo in Africa porta con sé il fallimento del sistema multilaterale» ha affermato Sall.

Bineta Diop, fondatrice del Fas, Femmes Africa Solidarité, un’Ong no profit che promuove i diritti delle donne in Africa, nella sua veste di inviata speciale del Presidente della Commissione dell’Unione africana per le donne, la pace e la sicurezza, si è spinta oltre: «Per noi è importante che l’Africa si posizioni, prima che in termini di multilateralismo. L’Africa ha bisogno di essere vista come un gigante, di essere considerata al tavolo del Consiglio di Sicurezza e di avere il diritto di veto, se necessario, di avere un seggio permanente».

Il generale mauritano Mohamed Znagui Ould Sid’Ahmed Ely, esperto di difesa e sicurezza del G5 Sahel, ha spiegato, dal suo punto di vista privilegiato, che «l’Africa deve fare uno sforzo per la propria sicurezza. Ci deve essere la solidarietà africana prima di invocare la solidarietà straniera. Poi bisogna puntare sulla formazione dell’uomo, primo capitale dell’Africa. Dobbiamo prenderci cura dei giovani».

Il Dakar Forum (Dakar International Forum on Peace and Security in Africa) è un’iniziativa franco-senegalese, promossa nel 2013 al Summit dell’Eliseo, che ha riunito Capi di stato e di governo, partner economici e industriali e rappresentanti della società civile di 53 Paesi africani.

All’edizione 2022 del Dakar Forum hanno partecipato circa 300 tra leader e rappresentanti di istituzioni internazionali e non governative e del settore privato. Erano rappresentati anche i partner storici del Forum, Francia e Giappone, e delegazioni internazionali, tra cui quelle di Arabia Saudita, Turchia, India, Gambia, Mali, Sudan e Stati Uniti, oltre ad organizzazioni come Uemoa, Ecowas e Nato.

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