«Adulti, ascoltate i bambini: siamo tutti uguali, basta disuguaglianze»
«Carissima Città Nuova, ci rivolgiamo a te perché sappiamo che ci ascolti.
Siamo una classe quinta di bambini di Roma. Ci sentiamo fortunati perché a scuola abbiamo avuto molte occasioni di parlare e di confrontarci su argomenti che ci stanno molto a cuore. Ma sappiamo che non è così per tutti e molto spesso succede che le notizie veramente importanti non vengano diffuse.
Ad esempio qualche settimana fa in Afghanistan c’è stato un terribile attentato ad una scuola femminile, e molte ragazze hanno perso la vita soltanto perché stavano andando a scuola. Situazioni simili purtroppo succedono anche in altri Paesi. Noi conosciamo la storia di Malala del Pakistan, ma chissà quante altre bambine nel mondo hanno sofferto e soffrono per la stessa causa.
Giornali e social ne parlano molto poco, i servizi dedicati a queste notizie sono rari e molto brevi e le persone spesso non sono a conoscenza di queste ingiustizie inaccettabili. Questo ci fa capire quale sia uno dei veri problemi dell’umanità: la mancanza di una informazione corretta che trasmetta le notizie davvero importanti e vere. Ci sono poi guerre sanguinose, conflitti, popoli che soffrono a causa della violenza, completamente dimenticati. Una delle poche persone che parla al mondo in difesa dei deboli e degli oppressi è Papa Francesco.
Noi bambini possiamo fare la differenza, condividendo i nostri pensieri e i nostri sogni, facendo sentire la nostra voce senza paura, esprimendo la nostra volontà di pace e di uguaglianza. Noi stiamo facendo la nostra parte, sapendo che dobbiamo essere il cambiamento che desideriamo e che ogni piccolo gesto ha un grande valore perché può contribuire a scatenare un enorme “uragano” di pace, gioia e unità tra tutti.
Abbiamo fatto tra noi l’esperienza che siamo davvero tutti uguali, abbiamo tutti gli stessi diritti, lo stesso immenso valore, anche se siamo diversi per etnia, età, aspetto, genere, religione, provenienza. La diversità è un dono prezioso da custodire e valorizzare insieme. Se è stato possibile tra noi, in una classe piena di bambini tutti diversi, perché non può accadere anche nel mondo intero?
Forse se gli adulti e i potenti del mondo imparassero ad ascoltare e capire la voce e i desideri profondi di noi bambini, il mondo potrebbe essere, già da ora e nel futuro, un posto migliore, senza disuguaglianze e con pari opportunità per tutti».
Anna, Camilla B., Camilla R., Massimo, Tullia, Prisca, Alessandro, Arianna, Davide, Lang, Ernesto, vittoria, Paul, Luca, Emma, Lara, Alessia, Giacomo, Mark Joseph, Cecilia, Lorenzo, Nethum, Edoardo, Federico