Adriano Bompiani e l’impegno per la vita
È morto a 90 anni, presso il Policlinico universitario Agostino Gemelli, dopo un grave politrauma dovuto a un incidente stradale, Adriano Bompiani, uomo di grandissima levatura umana, scientifica ed etica.
È stato il primo professore ordinario di Clinica ostetrica e ginecologica dell'Università cattolica-Policlinico Gemelli (1969-1996) – dove ha fondato una vera e propria scuola – e primo direttore dell'omonimo Istituto, oltre che presidente dell'ospedale Bambino Gesù.
Senatore nel 1976, Bompiani ha operato con passione e grande competenza in campo politico ricoprendo anche i ruoli di presidente della commissione Sanità (1983-1987), presidente della commissione Pubblica istruzione (1987-1990), e ministro degli Affari sociali (1992-1993).
Da sempre ha promosso la difesa e la promozione dei valori fondamentali per il vivere civile, quali la tutela della salute, della vita e della cultura.
Anche per le sue riconosciute doti eclettiche in campo culturale si è occupato di problematiche in campo bioetico fin dagli esordi di tale scienza multidisciplinare in Italia, riuscendo spesso, come pochi, a sintetizzare in opere mirabili dati scientifici, antropologici, etici e giuridici.
Per questo è stato anche il primo presidente del Comitato nazionale per la bioetica (1990-1992) e direttore dell’Istituto scientifico internazionale Paolo VI su fertilità e procreazione responsabile.
Come membro del Comitato direttivo di bioetica del Consiglio d’Europa, ha apportato interessanti contributi nella redazione della Convenzione europea sui diritti dell’uomo e la biomedicina e come componente del Comitato di bioetica dell’Unesco ha invece lavorato alla stesura della Dichiarazione internazionale sul genoma umano e sui diritti dell’uomo.
Con la sua partenza l’Italia perde una delle personalità più amate e riconosciute a livello internazionale in campo bioetico, ed un maestro di cultura e di vita per tante generazioni.