Adolescenza e autonomia

Nostro figlio Roberto di 15 anni sta cambiando” e pensare che abbiamo avuto sempre un buon rapporto con lui e andavamo d’accordo. Adesso, invece, è diventato scontroso, si oppone ai nostri consigli e ci stupisce con idee e opinioni che sono in contrasto con le nostre. Temiamo che prenda una brutta strada e venga trascinato dai suoi amici. Cosa possiamo fare?. L. e R. N. – Cagliari In tutte le forme di convivenza sociale è facile distinguere fra i ruoli ricoperti dai bambini, (come persone dipendenti dai genitori, che necessitano di essere sostenute, educate, consigliate, praticamente sotto la totale responsabilità degli adulti), e quelli ricoperti dagli adulti, in quanto persone autonome e responsabili. Gli adolescenti si trovano in mezzo, vivono cioè un periodo di transizione, di cambiamento del loro ruolo sociale. Attraverso quello, acquisteranno l’indipendenza dai genitori, assumendosi pian piano una maggior responsabilità all’interno della società. L’adolescente deve trasformare il ruolo di bambino dipendente in quello di giovane che decide in modo autonomo. Per questo, inizia a formarsi le proprie opinioni e vuole prendere da sé le propriedecisioni. Sia per quanto riguarda l’ora di andare a letto, il taglio dei capelli, l’orecchino e l’abbigliamento, che per scelte più importanti, come quelle politiche, sociali e religiose. Inizia a cambiare opinione circa l’immagine che aveva prima dei suoi genitori, vedendoli come persone con un determinato carattere che possono anche sbagliare. Ne va da sé che non sempre sarà possibile evitare le divergenze e i conflitti, proprio come nel caso di Roberto. Come comportarsi? Innanzitutto bisognerebbe non considerare il disaccordo con Roberto come una realtà negativa, ma come una ricerca da parte sua di autonomia e di un rapporto nuovo con voi, pensando che ciò farà crescere entrambi. Nella maggior parte dei casi i contrasti possono portare un contributo positivo nello sviluppo dell’adolescente. Inoltre, è utile amare Roberto con distacco, considerandolo come un estraneo col quale è importante essere sinceri, cercare di contrattare le diverse esigenze, trattandolo bene, senza però mai rinunciare a proporre il vostro punto di vista, che sarà più efficace se sostenuto dall’esempio e dalla tolleranza. Tramite i contrasti e la soluzione di essi, Roberto potrà apprendere abilità sociali e socio-cognitive, quali ascoltare seriamente le opinioni altrui e riflettere su di esse, unire punti di vista apparentemente opposti, venire a compromessi e negoziare. È importante poi ricordare che il motore di questa dinamica e di questa ricerca è l’amore, soprattutto l’amore reciproco in casa, una realtà capace di ammorbidire tutti i passaggi difficili ed estrarre dall’ebollizione dell’adolescenza l’uomo nuovo. acetiezio@iol.it La scienza dice: Gli stili educativi Durante l’adolescenza, lo stile educativo può aiutare i ragazzi nel raggiungimento dell’autonomia. Stile educativo autoritario: i genitori pongono dei limiti al comportamento del figlio e si attendono che egli segua le loro direttive; controllano il suo comportamento e puniscono le trasgressioni, senza discutere. Questo stile porta il ragazzo ad acquisire scarsa spontaneità e ad un funzionamento sociale apatico e inefficace. Stile educativo permissivo: i genitori pongono poche richieste e sono poco interessati e coinvolti nella vita dell’adolescente. L’adolescente si comporterà in modo impulsivo, avrà grosse difficoltà ad attenersi alle regole ed alle prescrizioni con conseguenti problemi di autocontrollo. Stile educativo autorevole: i genitori incoraggiano il comportamento autonomo, ma pongono anche limiti e richieste, e controllano il comportamento del figlio. Dialogano molto e il loro atteggiamento è caldo e attento. Ciò favorisce nell’adolescente l’acquisizione di fiducia in sé stesso, di un comportamento sociale positivo e di un senso di responsabilità appropriato.

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