Adelaide Ristori: attrice poliedrica, patriota, anticipatrice
La marchesa Capranica del Grillo, una volta divenuta cittadina romana, per recarsi a recitare nei teatri capitolini dove la applaudivano e osannavano fino al delirio (succedeva in tutto il mondo, del resto) non doveva fare che pochi passi, dal palazzo di famiglia, a via Monterone 76, cuore del rione Pigna, dov’era nato Giuseppe Gioacchino Belli, ai vicinissimi Valle e Capranica.
E perché mai una signora aristocratica faceva quel tragitto, si domanderanno lettrici e lettori? Ma perché la nobildonna in questione era Adelaide Ristori, la più famosa e ammirata attrice di prosa italiana dell’800, e non solo italiana, come vedremo.
Era entrata nella nobiltà romana sposando il marchese Giuliano Capranica del Grillo (non quello del film di Sordi, che esiste solo nella fantasia di Monicelli), nozze volute con coraggio e tenacia dai due, ma viste all’inizio con scandalo. Attrici e attori, pure se di successo, erano disprezzati dalla buona società.
Ma Adelaide Teresa Gaetana era una vincente, e non tardò a farsi accettare e stimare anche come moglie, madre (di 4 figli, di cui 2 morti piccoli) e marchesa romana.
Pure perché alla sua forte personalità e allo smisurato talento artistico si aggiunsero i quattrini e la capacità imprenditoriale di Giuliano, che fu l’artefice quasi quanto la moglie della sua popolarità e dei suoi trionfi. Il loro fu un riuscitissimo sodalizio coniugale-familiare-artistico-economico, e anche sotto questo aspetto, oltre agli altri che diremo, il percorso umano e professionale di Adelaide Ristori anticiperà certi orientamenti e comportamenti del ‘900 e di oggi. Con buona pace di artisti e cantanti, in genere mediocri, che non si sposano e non fanno figli per “proteggere” le loro carriere!
Ma la Ristori non era nata nobile e neanche romana. E neanche italiana. Era austriaca del Friuli, nata a Cividale nel 1822. Questo 2022 dista quindi 200 anni da allora, e la ricorrenza è importante per il teatro, per le donne e per l’Italia.
Non per caso l’Unesco l’ha iscritta nel proprio calendario degli Anniversari, insieme a quella del solo Pasolini come italiano. Figure ambedue planetarie.
I Ristori socialmente erano contadini, però non lavoravano la terra ma erano teatranti, nel solco di una tradizione antichissima che vede prosa, recitazione, spettacolo nascere nelle campagne e fra i popolani. Così la ragazzina venne su in palcoscenico, ereditando il talento di famiglia ma dimostrando molto presto pure il proprio, un dono, un carisma straordinario che avrebbe sviluppato e portato alla perfezione nella voce, nella dizione, nel gesto, nel portamento.
Recitò in provincia e oltre inanellando consensi e battimani, finché a 14 anni fu scoperta da una celebrità, il capocomico Giuseppe Moncalvo, che la aiutò a crescere in bravura e notorietà.
Ciò la portò a lasciare a 15 anni il nordest per la prima grande capitale dove si sarebbe esibita, diventando a poco più di 30 anni “primattrice” nella Regia Compagnia Sarda di Torino, la numero uno in Italia, al teatro Carignano.
Era l’inizio del successo travolgente e mondiale. Che tuttavia non le avrebbe mai dato alla testa, conservandola sempre equilibrata e gentile. Tant’è che la maggior diva italiana della scena prima di lei, Carlotta Marchionni, di fronte al suo buon carattere lungi dall’ingelosirsi di questo talento emergente la sostenne e la consigliò.
Così arrivarono i trionfi di Parigi, nel 1855, anno dell’Esposizione Universale, dove rappresentò Francesca da Rimini di Silvio Pellico, con tale successo che i parigini (smentendo il solito sciovinismo francese) la preferirono alla loro diva del momento, Elisabeth Rachel Felix, detta Rachel.
Lo stesso successo si ripeté a Londra, dove fra l’altro recitò in inglese in Maria Stuarda di Friedrich Schiller (recitava fluentemente pure in francese e spagnolo).
La regina Vittoria si spellò le mani ad applaudirla e definì Adelaide “una cosa sublime”. Dopo di che iniziarono le tournée internazionali in USA e America Latina, in Africa e Australia. Fra 1874 e ’75 la Ristori fece letteralmente il giro del mondo, seguita dall’entusiasmo del pubblico e dagli elogi della critica.
Nella sua lunga carriera si esibì in 334 città, 33 stati, 5 continenti per 3546 recite. Il suo repertorio, Medea, la Mirra di Vittorio Alfieri, Macbeth, Giovanna D’Arco e tutti gli altri drammoni più famosi; fu un’interprete essenzialmente tragica, e in questo registro faceva impazzire gli spettatori, era insuperabile.
Non solo per come recitava, certo oggi risulterebbe datata la sua scuola, ma quello che estasiava forse di più erano le scene e soprattutto i costumi, particolarmente curati e fedeli alla storia. Lei stessa pensava agli scenari e al resto, artista poliedrica e prima capocomica donna della storia teatrale, che stava dietro a tutto.
Pure da imprenditrice con spiccato senso degli affari. Per esempio preferiva metter su spettacoli nei teatri lirici perché lì poteva maggiorare il prezzo del biglietto.
Adelaide ha dato tantissimo all’emancipazione e al riconoscimento della donna, all’arte drammatica e anche all’Italia risorgimentale e post-risorgimentale. Era una patriota accesa e non esitava a dimostrarlo, di fronte al suo pubblico e perfino sul palcoscenico, con discorsi, canti, volantinaggio ecc.
Mazzini l’aveva in palmo di mano; quanto a Cavour, la “usò” per varie missioni diplomatiche, pure presso lo zar. Ma non… come la Contessa di Castiglione, Adelaide era una donna libera ma onesta a 360 gradi e felicemente coniugata!
E a questi big italiani vanno aggiunti i tanti protagonisti esteri di cui fu buona amica e che la stimarono profondamente. Da Alessandro Dumas a George Sand (che disse che la vita di A. era un romanzo, e lei se ne intendeva!), da Ulisse Grant a William Sherman, lo scatenato generale nordista che aveva battuto i sudisti e poi, con meno merito per noi, i nativi americani, da Pedro II, imperatore del Brasile, a tutti i presidenti americani del tempo.
Per non parlare di principi e re del secondo ‘800 e primo ‘900, tutti in piedi se non in ginocchio davanti a lei. Nel 1902, nella “sua” Roma, per l’80esimo compleanno, Vittorio Emanuele III in persona andò a Palazzo Capranica del Grillo a porgerle gli auguri, e tanto altro, a nome della patria e del popolo.
Morì quattro anni dopo ed è sepolta al Verano, nella parte storica del grande e oggi ahimé semiabbandonato cimitero romano, dentro la cappella della famiglia che aveva tanto onorato.
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Da non perdere:
- Al Museo Biblioteca dell’Attore a Genova si può visitare la Mostra su Adelaide Ristori: teatro e haute couture, fino al 29 settembre 2023.
- A novembre si terrà un convegno a cura dell’Università Statale di Milano e altri enti su “Adelaide Ristori e il Grande Attore. Radicamento, adattamento ed esportazione di una tradizione”.
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