Addio a Raffaella Carrà: la più amata dagli italiani

Ci ha lasciati Raffaella Carrà, cantante, attrice, conduttrice e icona di stile. Aveva 78 anni. «Raffaella ci ha lasciati. È andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre». Con queste parole Sergio Japino ha dato il triste annuncio.
LaPresse/Claudio Bernardi 15/11/2013 Roma -

Raffaella Carrà ci ha lasciati, all’improvviso, in un giorno d’estate col sole, dopo averci regalato per decenni la sua grande energia, la sua musica, la sua risata, la sua capacità educata e al tempo stesso passionale, vivace, dinamica, di fare televisione. La facilità unica con cui ci ha fatto ballare e canticchiare allegramente.

“Fantastico 12” con Carra Raffaella e Dorelli Johnny

Ci mancherà, ovvio, ma riempiremo questo vuoto di una profonda gratitudine: per la compagnia che ci ha fatto, per come si è seduta nelle nostre case durante il lungo tempo in cui diventavamo grandi, crescevamo, cambiavamo. Per come ha partecipato, con le sue melodie leggere e immortali, deliziosamente popolari, alla colonna sonora del nostro fare strada. Per come è stata simbolo discreto e intramontabile della nostra italianitá, del nostro modo di essere e di amare la vita.

Abbiamo ammirato, rubato con gli occhi la sua verve romagnola, a cominciare da quel 1970 di Io, Agata e tu, quando ci venne presentato un nuovo modo, agile e rapido, vitale, di essere showgirl. Poi Canzonissima, subito dopo, con Corrado e l’ombelico visibile, con la sigla di testa, Ma che musica maestro, che scalò le classifiche e cominciò a saltellare sulla bocca di milioni di italiani. Al pari di Chissà se va e di Tuca Tuca, anche queste lanciate a Canzonissima, l’anno dopo, con la seconda considerata troppo osé ma sdoganata presto, in seguito al balletto memorabile con Alberto Sordi.

Frammenti dolci di costume italiano, pagine leggere della nostra storia recente più solare, tra Milleluci (con Mina) e Ma che sera, con Paolo Panelli, Alighiero Noschese e un’altra sigla mitica: Tanti auguri, col video girato nell’Italia in miniatura di Rimini, però lanciata nei giorni drammatici del sequestro Moro, tingendo di opaco, rendendo d’improvviso grigia, per un attimo, suo malgrado, la luminosità netta di Raffaella Carrà. Si vede, in Buongiorno, notte di Marco Bellocchio – proprio sulla prigionia di Aldo Moro – una sequenza di Raffaella che balla e canta in tv, in Ma che sera, ma si vede anche la Carrà in Maradona la mano de Dios di Marco Risi e in Puerto Escondido di Gabriele Salvatores, a testimonianza della sua capacità di essere sfondo vivo, prezioso, nelle tante storie del Paese, di attraversare gli anni e le stagioni, compresa quella nuvolosa, tragica, degli anni di piombo con i successi di Fantastico, primi anni ottanta.

foto Alessandro Treves/Lapresse Milano

Poi Raffaella innaugura il mezzogiorno televisivo della Rai con Pronto Raffaella, clamorosamente, diversamente, enormemente successo, con lei “nuova”, più sobria ma lo stesso empatica, ospitale e familiare padrona di casa, coi fagioli e altre canzoni, conduttrice in senso stretto, stavolta, amica come sempre di tutti noi, italiani famosi e sconosciuti. Artista nazionale capace di volare in Spagna e anche in America, di essere simbolo della TV di Stato ma spostarsi di alcuni canali per entrare nel nuovo mondo Mediaset. Portando il suo talento e la sua infinita professionalitá anche là. Resistendo al salto di millennio con la consueta abilità nel rinnovarsi, regalando altre pagine decisive, iconiche, colloquiali di televisione italiana come Carramba che sorpresa, per esempio. Cambiando di abito con disinvoltura ma rimanendo sempre se stessa, sempre la nostra vicina, normale, sorridente, pop, gigantesca Raffaella Carrà. Per sempre, con affetto sincero, la più amata dagli italiani.

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