Addio, grande Toots

Il jazz ha perso un altro dei suoi maestri. A 94 anni ci ha lasciato anche Toots Thielemans, il più grande virtuoso dell’armonica cromatica. Una storia lastricata di successi e di duetti memorabili, ma vissuta sempre lontano dalle isterie dello show-business
Jean Baptiste Thielemans

L’armonica a bocca è uno strumento meraviglioso. Ma nessuno se n’era reso conto finché questo belga dalla faccia simpatica e dai modi gentili ce l’ha fatto scoprire. Trasformandolo da un giocattolino buono per le gite in montagna o per gli accompagnamenti da campeggio in uno strumento con la stessa nobiltà e le infinite potenzialità espressive di quelli che hanno reso grande la musica classica e il jazz.

 

Jean Baptiste Thielemans, detto “Toots”, era nato a Bruxelles nel 1922 e nella sua straordinaria carriera aveva collaborato con i più grandi artisti del suo tempo, da Charlie Parker a Ella Fitzgerald, da Bill Evans a Frank Sinatra, ma anche con stelle del pop come Quincy Jones, Sting, e Mina. Qui in Italia lo conoscevano in pochi, qualcuno lo ricorderà nella sigla di Milleluci a duettare con la signora Mazzini nella mitica Non gioco più: una performance memorabile, per quanto lui fosse sullo sfondo a intrecciare i suoi preziosi arabeschi sonori con la più bella delle voci nostrane. Era il 1974, ed era già un mito.

 

Gli piaceva variare, passando con la sua Hohner (uno dei modelli più celebri porta il suo nome) dal bossanova ai grandi della canzone d’autore, dalle colonne sonore – come nel celeberrimo Un uomo da marciapiede – al contemporary jazz. In Italia oltre al succitato duetto con Mina lo si ricorda al Festival di Sanremo del ’97 come guest-star dei Dirotta su Cuba, ma aveva lavorato anche con Caterina Valente, con Mia Martini, e più recentemente con Sergio Cammariere.  

 

Poco più di una ventina di dischi personali (ma sono innumerevoli quelli ai quali ha partecipato come session-man) spalmati in oltre settant’anni di carriera. Con Jacques Brel, il più grande musicista belga, al punto che re Alberto II l’aveva nominato "barone" nel 1994.

 

Non si esibiva più da un paio d’anni soltanto e aveva scelto la cittadina di La Hulpe, nel Vallone, come buen retiro. Aveva qualche problema ai polmoni, ma sono stati i postumi di una banale caduta a portarselo via. Trovare un suo erede sarà tutt’altro che facile: fatevi un giro su YouTube e capirete perché.

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