Addio a Marinel Stefanescu, stella del balletto classico
Marinel Stefanescu, grandissimo artista, ballerino classico e coreografo è volato via a 76 anni, la sera della vigilia di Natale, vinto dalla malattia, ma mantenendo, fino in ultimo, la sua lucidità mentale. Si può dedicare a lui una frase di Garcia Lorca perché esprime bene una caratteristica di Marinel: “Colui che danza cammina sull’acqua e dentro una fiamma”.
La danza è stata per lui, fin da piccolo, un vibrare, espandersi e dialogare con lo spazio invisibile, un esprimere tutto se stesso nella libertà. Nativo di Bucarest, in Romania, viene iscritto alla Scuola di ballo della sua città su invito di suo zio Gabriel Popescu, primo ballerino, dove nel 1966 si diploma con il massimo dei voti.
Viene inviato a Mosca per un corso di perfezionamento al Teatro Bolshoi e poi al Teatro Kirov di Leningrado. Alla passione per il ballo classico unisce quella per la coreografia. Dal ‘69 comincia la sua carriera internazionale e viene ripetutamente invitato come artista, ospite, protagonista nei maggiori Teatri dell’ Europa. Marinel ha avuto 3 figlie dalla prima moglie Louise Ann Smith, e dopo il divorzio si è risposato con Tina Stamatia.
La sua particolarissima cultura e sensibilità musicale, il grande rispetto per il pubblico, sono le peculiari caratteristiche di questo artista eclettico. Il suo genere coreografico ha incontrato immediatamente il favore del pubblico, ma soprattutto quello della prima étoile, Liliana Cosi, che vede in lui la realizzazione di quel nuovo classico che aveva sempre sognato. Nel 1977 fondano insieme L’Associazione balletto classico a Reggio Emilia dove il Ballerino si stabilisce con la sua famiglia.
Ed è proprio Liliana Cosi, giunta apposta da Berlino per l’ultimo saluto al Partner di una vita, a parlare di Stefanescu: «Devo a Marinel la realizzazione di tutti i miei sogni. Con lui sono riuscita a portare il Balletto alla gente, a tramandare la nostra esperienza ai giovani, a trasmettere loro il nostro classico, sempre ricchissimo di significati.
Io ho avvicinato Marinel tanti anni fa dopo uno spettacolo a cui avevo portato alcune classi del mio Liceo… Ci aveva fatto entrare in una stanza per rispondere a domande, firmare autografi, per poterlo finalmente avvicinare. Poteva sembrare severo, distaccato e molto originale, oltreché pieno di talenti, ma in quell’occasione ci siamo accorti che la sua corteccia dura faceva intravedere la sua umanità unita ad una certa dolcezza.
Ci aveva parlato in quell’occasione dei cinque sensi, tutti molto importanti, anche di quelli più umili, più nascosti, come il gusto e il tatto, che sono quelli della vicinanza. Lui li aveva sviluppatissimi. Grazie a questo straordinario artista, abbiamo compreso che la danza è la madre di tutte le arti! Nella vita ci sono delle scorciatoie per la felicità e la danza è una di queste! Quando Stefanescu ballava metteva in evidenza l’unità, la bellezza, l’armonia.
I Greci affermavano che: “Dio ti rispetta quando lavori, ma ti ama quando danzi”. E lui hai riversato su di noi il suo amore.
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