Acido deturpante, genitori fragili e neonati indifesi

Qual è il limite di "incompetenza e inadeguatezza" strutturale (nella personalità, nel contesto sociale, nella condizione di patologia psico-fisica) che rende il genitore "certamente inadeguato" al suo ruolo? Il parere del pediatra sul caso del bambino sottratto ai genitori, ritenuti socialmente pericolosi per aver commesso aggressioni con l'acido
Neonato addormentato

Il neonato (ma non solo lui!) è un essere relazionale, che per crescere ha bisogno di relazioni continuative di accudimento amorevole. Ciò è intuitivo per quanto riguarda gli aspetti psicologici e di sviluppo delle competenze sociali. La necessità di essere "amati concretamente" è però così prioritaria da determinare, quando manca, anche la ridotta crescita fisica o addirittura la morte. Ciò è stato dimostrato in moltissimi drammatici casi, ad esempio gli orfanotrofi dell'ex Iugoslavia negli anni '80, dove i piccoli rimanevano giorni interi nelle cullette senza abbracci, carezze, possibilità di incrociare lo sguardo dell'adulto e averne i feedback: essi non crescevano neppure in peso e altissimo era il tasso di mortalità!

 

Quando non vi è un clima relazionale e di accudimento adeguato, come ad un piccolo albero cui pratichiamo incisioni sulla sua tenera corteccia, al bambino creiamo ferite deturpanti nella formazione di personalità. Queste potranno in qualche caso ridursi nel tempo, ma segneranno sempre e comunque quell'uomo, portando carichi di sofferenza e di problematicità per lui e per gli altri. 

                   

Essere genitori, crescere un bambino donandogli accudimento amorevole, è per l'adulto un'avventura incredibile: non solo il bambino cresce, ma anche l'adulto cambia con lui! Avendo visto migliaia di bimbi in oltre 30 anni di lavoro come pediatra, ma soprattutto dall'aver avuto cinque figli, posso testimoniare che la genitorialità è l'esperienza più meravigliosa, ma anche più impegnativa, seria, totalizzante che si possa fare. Si scopre di avere potenzialità ed energie insospettate, ma al tempo stesso tutte le debolezze personali e di coppia emergono, talora in maniera lancinante e difficile da controllare.

 

In un convegno recente su Berry Brazelton, uno dei più grandi studiosi contemporanei dello sviluppo del bambino, si sottolineava come il sostegno alla genitorialità per facilitare i genitori nei loro punti di forza e sostenerli in quelli di debolezza, sarebbe il più saggio e redditizio investimento che una società potrebbe fare. Avrebbe conseguenze enormemente positive, specie in tutti quei casi in cui la fragilità culturale, economica, sociale dei genitori pongono maggiormente il bambino a rischio di "ingiurie" fisiche e psichiche, le cui conseguenze saranno domani un peso dell'intera collettività. Tristemente in Italia tale sostegno è assolutamente inadeguato per risorse e scelte strategiche, come le Società Scientifiche pediatriche sottolineano da tempo. 

 

Questa premessa per potere inquadrare il caso del bambino allontano dai genitori milanesi, rei di numerosi e gratuiti atti di folle violenza, avendo deturpato con l’acido l’ex fidanzato di lei. Qual è il limite di "incompetenza e inadeguatezza" strutturale (nella personalità, nel contesto sociale, nella condizione di patologia psico-fisica) che rende il genitore "certamente inadeguato" al suo ruolo? Tali profili esistono e le esperienze dolorose di migliaia di bambini cresciuti da genitori con personalità fortemente disturbata e dimostratamente patologica (secondo criteri diagnostici ben classificati dal DSM V, manuale per la classificazione delle psicopatologie), devono guidare le scelte sul se e quando offrire ai bambini altra genitorialità, non biologica, allontanando i genitori "naturali". 

 

Tutelare il più debole è il dovere di una Società civile, in un contesto d'altronde di grande rispetto per tutti e umiltà dei decisori, cui si richiedono salomoniche capacità di ascolto, dialogo, saggezza, non essendo mai il bene e il male demarcabili con linee assolute e nette. Per un giudizio di allontanamento o meno, il confronto dei pareri dei diversi esperti potrà/dovrà fornire un supporto di conoscenza dei genitori, dei familiari  e delle loro potenzialità, che si rivelerà determinante per guidare i giudici verso l'opzione più vantaggiosa per il bambino.

 

Questo caso estremo e doloroso deve altresì stimolare a riflettere su quanti bimbi siano oggi "abbandonati" a genitori "fragili", che potrebbero altresì divenire “buoni genitori” in contesto diverso, a loro non accessibile per "povertà sociale, culturale, morale". Il danno, il dolore, le ferite di questi bimbi ricadranno su tutti coloro che oggi potrebbero fare scelte di sostegno che non vengono fatte!

 

In molte parti d'Europa si sta prendendo coscienza di come tutto ciò sia oltre che eticamente doveroso, anche economicamente vantaggioso e socialmente utile. Emblematico il caso dell'Inghilterra, dove in maniera coordinata vengono realizzate molteplici azioni di prevenzione mediante la tutela della genitorialità: dall'assistenza domiciliare alla mamma "fragile" (già da quando rimane incinta!) ad un adeguato numero di asili nido, a campagne di informazione sui danni da alcool in gravidanza, sulla profilassi con acido folio, sull'alimentazione corretta, ecc… In Italia molta strada vi è da fare e i segnali positivi, che pur si vedono, sono ancora troppo deboli rispetto alle vecchie e nuove necessità. E forse le riflessioni di questi giorni su questo bel neonato e sul suo destino aiuteranno: lo speriamo, lo chiedono migliaia di bambini!

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