Accordo storico tra governo colombiano e le Farc

Dopo sei mesi di negoziati le parti hanno annunciato una importante riforma agraria. La scommessa sulla pace del presidente Juan Manuel Santos comincia a racoggliere frutti consistenti. Un referendum popolare dovrà ratificare tutti i punti dell'accordo tra l’esecutivo e i guerriglieri
Farc - governo colombiano al tavolo delle trattative per un accordo di pace
Contraddicendo i pronostici di detrattori e pessimisti, il governo di Juan Manuel Santos e la guerriglia delle Farc non solo stanno avanzando nel processo di pace, ma domenica scorsa hanno presentato uno storico accordo raggiunto dalle parti in materia di riforma agraria. Si tratta di uno dei sei punti che figurano nell’agenda dei negoziati di pace delle due delegazioni, che dal novembre scorso si riuniscono a Cuba, patrocinate dai governi di L'Avana, Cile, Venezuela e Norvegia.

 

Le parti hanno presentato un documento congiunto dal titolo: “Verso un nuovo settore agraria colombiano. Riforma rurale integrale”, nel quale vengono affrontate le questioni del territorio, le infrastrutture, l’adeguamento delle terre, lo sviluppo sociale (salute, istruzione, casa, eliminazione della povertà), lo stimolo alla produzione agricola, l’economia solidale e cooperativa. «Sarà l’inizio di una trasformazioni radicale della realtà rurale e agraria della Colombia, con equità e democrazia – si dice in un testo aggiunto del documento –, che si focalizza sulla gente, il piccolo produttore, l’accesso e la distribuzione delle terre, lo stimolo alla produzione agricola e all’allevamento e la riattivazione dell’economia agricola».

 

Nel documento si fa anche menzione dei coltivatori rimasti senza terre a causa del conflitto, per i quali verrà istituito un Fondo di terre per la pace. A tale scopo, tutte le proprietà in possesso di contadini avranno il loto titolo registrato.

Nel corso dell’annuncio, le parti hanno anche chiarito che sia questo che il resto dei punti nell’agenda dei negoziati saranno sottomessi a un referendum popolare per la loro approvazione, in modo da ratificare gli accordi presi tra il governo colombiano e le Farc. Il capo della delegazione del governo, Humberto de la Calle, conosciuto per il suo temperamento energico, ha sottolineato: «Saranno i colombiani, in ultima analisi, a stabilire se approvano o no questo accordo». Per il presidente Juan Manuel Santos, «si tratta di un passo fondamentale verso un pieno accordo per porre fine a mezzo secolo di conflitto». Lo stesso de la Calle ha aggiunto che l’intesa con le Farc «permette di trasformare radicalmente la realtà rurale della Colombia, nel pieno rispetto della proprietà privata e dello Stato di diritto. I propietari legali non hanno niente da temere».

 

Da parte loro, le Farc, dopo settimane di colloqui apparentemente sterili, stanno invece dimostrando la loro disponibilitá a mettere fine al conflitto interno. E’ dal 1985 che sul fronte della pace non si otteneva un risultato cosí concreto. Infatti, la questione della rigorma agraria era forse il tema piú difficile da trattare all’interno dei negoziati di pace. Abbaraccia un numero enorme di cittadini, contadini che per una ragione o un altra durante decenni avevano perso le loro terre e la loro attivitá di lavoro. I negoziati riprenderanno il prossimo 11 giugno quando si affronterá la questione dell’inserimento delle Farc nella realtá politica nazionale una volta che la guerriglia si sará sciolta in quanto tale.

 

Che si spenga l’unico conflitto in corso in America del Sud, significa non solo che dopo 50 anni la Colombia possa tornare alla normalitá, senza piú timore di scontri armati, attentati, sequestri, limiti al movimento di passeggeri e turisti per il Paese, ma anche che questo Paese possa approfittare del vento in poppa della sua economia per crescere, consolidare la prorpia democrazia e, attraverso lo sviluppo, sottrarre settori della popolazione alla povertá, ed anche sottrarre manovalanza a buon mercato al fiorente business dei narcotrafficanti che si sono infiltrati nei gangli dello Stato e della societá. Per il Paese significa poter guardare all’infuori dei propri confini e potersi dedicare a progredire insieme ai partner della regione. Primi fra tutti i soci dell’Alianza del Pacifico, mercato comune con Cile, Perú Messico, che la settimana scorsa ha celebrato il suo settimo vertice proprio in Colombia. Una luce si intravvede alla fine di un tunnel durato quasi mezzo secolo.

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