Accogliere un coniglio in casa

Se questo simpatico ma pauroso animale entra in casa, per accoglierlo adeguatamente bisogna conoscere un po' le sue abitudini, le sue paure e qualche piccola regola sulla sua alimentazione
conigli

Se la nostra casa si “popola” nel pomeriggio e resta pressoché vuota di giorno, un animale crepuscolare quale è il coniglio (che è sveglio dalla mattina presto fino alle 9-10 e di sera dalle 17-18 fino a tarda notte, mentr per il resto della giornata dorme) potrebbe essere la nostra giusta compagnia purché se ne conoscano comportamento ed esigenze e lo si rispetti nella sua indole paurosa e fortemente territoriale.

Chi ha letto l’articolo precedente sa che con questo tipo di animale l’educazione passa per una via indiretta (si lavora sull’ambiente), che molte regole sono veicolate dal gioco e che è di fondamentale importanza conoscere l’animale che si sta scegliendo. Per molto tempo il coniglio è stato considerato animale da gabbia (mentre la gabbia è vista dal coniglio come una vera e propria punizione), finalmente oggi sappiamo che questo piccolo animale è capace di socializzare, purché lo si lasci libero di interagire con il gruppo familiare e si tenga conto del suo comportamento non sempre facilmente o immediatamente comprensibile.

A tal proposito diciamo subito che il periodo prepubere (da 1 a 3 mesi) è il migliore per abituare il coniglio alla nostra presenza. In questa fase se prendiamo in braccio i piccoli osserviamo che si immobilizzano e sono estremamente tesi. Attenzione, tale comportamento non va interpretato come accondiscendenza dell’animale al contatto fisico con l’uomo, ma come situazione di forte stress emotivo causato dalla paura. Un errore di interpretazione uò pregiudicare la socializzazione di quest’animale con l’uomo. In questo lasso di tempo il coniglio deve conoscere quante più cose possibili per evitare che un animale già pauroso per indole e per condizione (il coniglio è una preda) diventi ingestibile a causa di reazioni aggressive dettate dalla paura.

Il gioco
Il gioco può essere un ottimo strumento per creare legami tra animale ed uomo e permettere al coniglio di scoprire ed esplorare l’ambiente in cui vive. Tra i giochi più amati ci sono palline o cose che rotolano, possibilmente non rumorose, tunnel e scatole traforate disposti in percorsi o la possibilità di rotolarsi e scavare, magari in un ampio e capiente piatto ripieno di erba. Ancora, i conigli, in natura, amano rincorrersi, tale gioco può essere riproposto in casa (tappezzando i pavimenti delle zone consentite con tappetini di gomma per preservarne i piedini delicati. Ai conigli mancano i cuscinetti plantari) purché il coniglio non abbia paura di noi e quindi non si senta minacciato. In questo caso l’animale potrebbe assumere un atteggiamento aggressivo caratterizzato da postura eretta ed orecchie alzate ed orientate all’esterno, e in taluni casi battere con forza gli arti posteriori in segno di minaccia, perché infastidito o irritato. Anche per il coniglio è valida la regola del premio, che va applicata ogni qualvolta l’animale riesce a riportarci un rametto o qualcosa che sia oggetto di una sorta di “riporto”.

La paura e l’aggressività
Sono da evitare i movimenti bruschi ed i rumori forti ed è bene non sollevare il coniglio da terra all’improvviso né afferrarlo per le orecchie o lasciarlo senza appoggio per i piedi (ricordiamo che questo animale è spesso preda di rapaci, essere sollevato, quindi, è per lui fonte di notevole stress, soprattutto se i piedi perdono il contatto con una base) mentre è sempre bene lasciare a lui l’iniziativa alla socializzazione: deve decidere se e quando avvicinarsi all’uomo. In tal caso metterci seduti o sdraiati può essere d’aiuto, una voce dolce e bassa può contribuire a rilassare il coniglio il quale manifesterà tale stato sdraiandosi sulla pancia e distendendo gli arti posteriori, o addirittura mettendosi a pancia in su. Quando, invece, il coniglio ha paura resta immobile, raggomitolato su se stesso con gli arti sotto di sé, le orecchie appiattite all’indietro e gli occhi sbarrati e se si sente minacciato deposita le feci in vari punti della stanza o della casa. Come tranquillizzare un coniglio spaventato? Lo si può avvolgere in un asciugamano tenendo fermamente gli arti o nascondergli la testa sotto il braccio. E quando va preso in braccio è buona norma sostenerlo con un braccio sotto la pancia ed afferrare con questo gli arti anteriori mentre l’altro braccio va posto sul dorso per evitare che saltando possa sfuggirci di mano.

Le deiezioni
Per quanto riguarda le deiezioni, solitamente i conigli riservano a tale bisogno una parte della loro gabbia e alcuni angoli dello spazio a loro riservato, sempre distanti dai luoghi di riposo o in cui si mangia, e sempre gli stessi, se adeguatamente educato (da qui la possibilità di insegnare a sporcare nella cassetta igienica). Tuttavia se urine e feci vengono depositate in altri posti, sempre ben in vista, si tratta di marcature. Anche i conigli, infatti, essendo una specie fortemente territoriale, tendono a marcare oggetti e persone, mediante le urine, le feci e le secrezioni della ghiandola del mento. La sterilizzazione può interrompere tale comportamento a meno che non si sia già instaurata una forte abitudine o non si siano verificati cambiamenti nel proprio territorio. In tal caso il comportamento di marcatura può ripresentarsi anche negli animali sterilizzati.

Il comportamento alimentare
Ricordiamo che il coniglio dorme per gran parte della giornata, si tratta di brevi e frequenti sonnellini in cui l’attenzione all’ambiente circostante è sempre molto alta. La parte delle ore riservata alla veglia, invece, è spesso occupata dall’alimentazione, che viene praticata anche quando l’animale è a zonzo per la casa. Per questa specie è importante non modificare e sicuramente mai reprimere il comportamento alimentare poiché ne deriverebbero solo gravi alterazioni comportamentali. Sarebbe, quindi, buona norma distribuire cibo e fieno nelle zone della casa più frequentate dall’animale, anche per evitare che ingerisca o rosicchi oggetti non consentiti (cavi elettrici, piante tossiche ecc.).

In conclusione, il coniglio, questo piccolo ed amato “peluche”, ha un’indole paurosa, ma decisa, comportamenti chiari ma a volte difficilmente decifrabili. Una gabbia troppo piccola e scomoda e la mancanza di giuste conoscenze su questa specie potrebbero rendere la sua entrata in famiglia più impegnativa dell’inserimento di un cane.

Un ringraziamento alla Dr Marzia Possenti, ai cui articoli ho avuto possibilità di attingere.

(a cura della dott.ssa Letizia D'Avino – Centro medico veterinario "Zoe", via Aldo Moro 75, Somma Vesuviana, Napoli)

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