Abusi sessuali, sotto accusa Oscar Arias

Cinque denunce sono state presentate contro il Nobel della Pace ed ex presidente della Repubblica di Costa Rica. Le donne hanno spezzato il silenzio.  

Che i tempi siano cambiati, se ne sta rendendo conto anche Oscar Arias, ex-presidente del Costa Rica, insignito del Nobel della Pace, dopo una prestigiosa carriera come mediatore adornata da 70 titoli universitari honoris causa. Arias è stato per anni simbolo di inappuntabile rettitudine politica, un punto di riferimento in quell’America Latina che oggi vede crollare questo patrimonio di credibilità non tanto per il sospetto di qualche bustarella, sul quale deciderà la giustizia, ma dopo ben cinque denunce per abusi sessuali.

La più grave parla addirittura di violenza carnale, mentre le altre, qualche decina di anni fa, non sarebbero andate oltre le molestie. Le accuse oggi diventano denunce che vogliono cambiare l’andazzo e proteggere ulteriormente dai molestatori seriali, fonti di traumi ed angosce per molte donne. Ad accusare il premio Nobel sono una ex miss, una soubrette, un’attivista civile e altre donne che sono entrate in contatto con Arias ed hanno confermato quanto negli ambienti giornalistici, come spesso accade, era noto a molti: l’ex-presidente aveva la fama di donnaiolo, forse convinto che il potere e l’autorità acquisiti gli consentissero qualche libertà in più, grazie anche a una immunità che i comuni mortali non posseggono. Mani lunghe, insistenze e qualche forzatura per strappare un “sì”. Si sa, il potere seduce, soprattutto chi ce l’ha.

Non si tratta di episodi recenti, alcuni risalgono anche a più di vent’anni or sono. Pare difficile, sul piano giuridico, che possano ottenere successo legale. Anche perché sono fatti difficili da provare, pur se verosimili, accaduti in assenza di testimoni: in un ascensore, un ufficio, la propria casa. Tanto è vero che una delle denuncianti, che lo accusa di aver allungato le mani ed averla forzata ad un bacio, ha fatto fatica a trovare un avvocato disposto a litigare contro un gigante della politica internazionale. Quattro studi legali hanno declinato la richiesta di rappresentarla. Dunque, saranno poche probabilità di risultati concreti, sempre che un’ammissione di colpa non metta fine alla questione riparando in qualche modo i danni patiti.

Non sono mancate le levate di scudi, per fortuna poche, volte a minimizzare i fatti, tranne nel caso in cui si parla di stupro. L’argomento di difesa è che sarebbe trascorso troppo tempo dai fatti inquisiti. E poi – dicono – perché tirare fuori avvenimenti accaduti in un passato remoto?

oscar-arias-foto-apLa memoria dei donnaioli e dei molestatori è, in genere, corta. Per coloro che annotano le conquiste sessuali come se si compilasse una statistica – ne sanno qualcosa i lettori di uno scrittorucolo oggi di moda in Italia, purtroppo, tra i più venduti –, un’insistenza di troppo, un toccamento non richiesto è alla fin fine un episodio che presto dimenticheranno. «M’è andata male», sarà il commento. Un po’ come nella famosa canzonetta dell’intramontabile Baglioni, Viva l’Inghilterra, nella quale la mano sotto la camicetta della straniera alla quale dà un passaggio ottiene di essere mandato a quel Paese in inglese. Erano gli anni 70 ed il cantautore inserì l’episodio tra le «mancanze di etichetta». Oggi gli fioccherebbe una denuncia per molestie sessuali. Ed è bene che sia così.

Stiamo comprendendo sempre di più che per una donna che patisce una violazione non desiderata della sua intimità non è detto che viva un episodio facile da dimenticare. Quante volte sarà passata per la stessa situazione? Quante volte si sarà sentita trattata come oggetto sessuale? Umiliata, obbligata a lasciare un lavoro, magari rivivendo ciò che per lei è stato un trauma. Quanti episodi del genere creeranno in lei una sfiducia ed il timore nei rapporti con gli altri? E non ci sono “se” e “ma” che possano fare obiezione. Quand’anche fosse avvenuto una sola volta, nessuno ha il diritto di imporre tali situazioni a un’altra persona.

Si comprende sempre meglio come la sfera dell’intimità dell’altro sia uno spazio che si può valicare solo se invitati. Fino a pochi anni fa, tutti questi “rospi” le donne li dovevano ingoiare in silenzio e varie volte nella loro vita, magari in solitudine. Oggi no. Finalmente, si prende coraggio e fioccano le denunce per episodi occorsi cinque, dieci, venti anni fa. Perché oggi come allora qualcuno volle trasformare in oggetto il corpo altrui. Ne sa qualcosa anche un attore argentino, oggi trasferitosi in Brasile per evitare la sanzione sociale e legale, dopo la denuncia di una collega per abuso. Ne sanno qualcosa attori, produttori del mondo del cinema, imprenditori contro i quali appaiono pesanti denunce. Anche vescovi.

Come già detto, sarà difficile provare i fatti. Alcuni degli accusati saranno dichiarati innocenti perché formalmente non sarà possibile provare le accuse. Ma sappiamo tutti che queste cose sono successe e succedono, questi comportamenti ci sono e vanno sradicati, anche con le denunce. Altro che “etichetta”!

 

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