Aborto e misericordia
Ieri il papa ha scritto così: «Il dramma dell’aborto è vissuto da alcuni con una consapevolezza superficiale, quasi non rendendosi conto del gravissimo male che un simile atto comporta… Penso, in modo particolare, a tutte le donne che hanno fatto ricorso all’aborto. Conosco bene i condizionamenti che le hanno portate a questa decisione. So che è un dramma esistenziale e morale… Ho deciso nonostante qualsiasi cosa in contrario, di concedere a tutti i sacerdoti per l’Anno Giubilare la facoltà di assolvere dal peccato di aborto quanti lo hanno procurato e pentiti di cuore ne chiedono il perdono».
Credo che queste parole susciteranno reazioni opposte: quelle di chi apprezzerà la concreta misericordia di Bergoglio, e di chi invece denuncerà pericolosi sbandamenti nella granitica difesa della vita, bene “non negoziabile”.
Il papa, sensibile all’esperienza di dolore acuto della gente più che alle certezze dottrinali in materia di etica che sfiancano i credenti e rimangono irrealizzate, penso che abbia voluto anticipare l’anno della misericordia con una decisione veramente misericordiosa verso chi ha subito uno dei danni più brucianti di questi ultimi decenni. Ma sfido chiunque a trovare una sola parola di approvazione dell’aborto.