Abitare il nostro tempo, cittadinanza e impegno politico dei cattolici

Corso on line promosso della commissione per il laicato della Conferenza episcopale del Lazio per dare fondamento    all’impegno politico dei cattolici. Il contributo, tra gli altri, dell’economista Leonardo Becchetti
Vincenzo Livieri - LaPresse

Abitare il tempo presente cercando tracce di futuro. È necessario quando la routine quotidiana, gli impegni, gli incontri comunitari, sono costretti a fermarsi e riformularsi.

Che fare, allora? Quale il cammino ci può portare verso il futuro? Come recuperare la dimensione profetica della comunità cristiana? Come seminare il futuro di fiducia e speranza?

Sono alcuni degli interrogativi posti da Luigi Vari, vescovo di Gaeta e presidente della commissione laicato della Conferenza episcopale laziale che h organizzato il corso online «Abitare il nostro tempo. Cittadinanza e impegno politico dei cattolici».

Il cristiano è colui che non “subisce” gli scenari ma cerca di cambiarli. Come cristiani, occorre rendere ragione della speranza e – con le parole di don Tonino Bello – di «organizzare la speranza».

Così ha iniziato la sua analisi il professor Leonardo Becchetti, docente presso l’Università di Roma Tor Vergata. Nel contesto attuale, la politica economica sta mettendo in campo tutti gli strumenti che ha a disposizione: la cassa integrazione, i ristori, l’accesso a prestiti con garanzia dello Stato, la sospensione dei mutui. Essi sono necessari per tamponare l’emergenza, ma occorre ricordare che si tratta di rimedi temporanei e c’è bisogno di un sistema che migliori tante situazioni, che traghetti l’intera società verso un orizzonte nuovo e diverso.

Nel suo lavoro con il Ministero dell’ambiente, preparando lo scenario dell’Italia in vista del G20, il professor Becchetti ha evidenziato l’importanza di iniziative che creino valore economico, lavoro, che siano ambientalmente e sanitariamente sostenibili e aumentino la ricchezza di senso del vivere. Da questa visione è possibile mettere in moto il cambiamento in milioni di famiglie e di imprese, che può avvenire se, insieme alle istituzioni, c’è l’impegno della cittadinanza attiva e delle imprese responsabili.

Sono già 17 le iniziative che stanno prendendo l’avvio: lo sviluppo all’economia circolare, la rendicontazione obbligatoria, gli incentivi per mobilità sostenibili, le comunità energetiche, la ristrutturazione energetica degli edifici, …

Proprio in questi giorni si sta scrivendo il piano di sviluppo della regione Lazio 2021/2027 nel quale la generatività sarà la premessa che orienta ogni progetto. L’uomo ha bisogno di generatività e la felicità è generatività, è mettersi in moto per un fine, mettersi in gioco. Bisogna puntare anche alla generatività delle generazioni: la longevità attiva, il lavoro per i giovani.

Nell’enciclica «Fratelli tutti», che esplicita in modo molto chiaro la dottrina sociale della Chiesa, si legge che la carità è stare vicino a una persona che soffre ed è carità tutto ciò che si fa per modificare le condizioni sociali che provocano questa sofferenza.

Ci sono, quindi, due forme di carità: il farsi prossimo e la carità politica. Una dimensione della politica è l’impegno di ciascuno, che riguarda anche l’ambito della sostenibilità nel quale ciascuno può fare la sua parte sostenendo, ad esempio, le imprese «virtuose».

Becchetti ha poi presentato Next, una realtà in cui sono impegnate 46 associazioni di cui fanno parte sindacati, associazioni di consumatori, banche di credito cooperativo, Acli, ecc. che hanno creato un sistema di valutazione e dialogo con le imprese sulla sostenibilità.

Un deciso richiamo alla responsabilità civile di tutti è poi arrivato da Enzo Cacioli, sindaco di Castelfranco Piandiscò. La responsabilità è un concetto entrato in crisi negli ultimi anni e, con esso, anche il valore dell’autorità. È delegittimata spesso l’autorità dell’insegnante e anche quella del papa, soprattutto su alcuni media, è messa in discussione.

È in crisi anche la capacità di dialogo, di argomentare: la società è passata dallo scambio di opinioni nelle tribune politiche ai talk show, all’uso di Twitter e dei social che veicolano semplici slogan spesso non argomentati.

Per la Chiesa e per le associazioni è necessario riprendere in mano la formazione perchè l’impegno politico richiama a curare le competenze e a creare percorsi concreti.

Ci si è anche interrogati su come educare i giovani a un impegno sociale e politico sottolineando l’importanza dell’educazione civica nelle scuole, della formazione alla cittadinanza attiva, all’impegno nella costruzione del bene comune e della sussidiarietà.

La Chiesa cattolica porta avanti questi principi in diversi modi, ad esempio con le settimane sociali, attraverso le quali continua l’impegno di formazione. È importante trasmettere questi principi attraverso i social, “fare massa critica” nella comunicazione perché ciò che si fa sia condiviso da tutti. Bisogna aiutare i giovani a fuggire l’insignificanza intellettuale, ad amare il territorio, la città, a conoscere tutte le realtà che la compongono, a sentirsi parte di un popolo perché tutti abbiamo bisogno di comprendere a un livello profondo che le energie dell’umanità sono impegnate verso l’unità, la pace, lo sviluppo e l’armonia tra i popoli.

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