Abbigliamento più ecologico in Europa
L’Unione europea (Ue) intende favorire la transizione dell’ecosistema tessile e, per questo, ha pubblicato un documento per un settore tessile più ecologico, che definisce delle azioni volte a rendere questa industria più verde e più digitale e a garantirne la sostenibilità, la resilienza e la competitività a lungo termine.
La strategia dell’Ue per i tessili sostenibili e circolari, adottata il 30 marzo 2022, sottolinea l’impatto significativo della produzione e del consumo di prodotti tessili sull’ambiente. Nello specifico, nell’Ue, il consumo di prodotti tessili, la maggior parte dei quali importati, rappresenta in media il quarto più alto impatto negativo sull’ambiente e sul cambiamento climatico e il terzo più alto impatto per l’uso dell’acqua e del suolo. Per questo, la strategia tessile dell’Ue definisce un quadro per facilitare la transizione dell’ecosistema tessile verso una maggiore circolarità e sostenibilità entro il 2030 e, a tal fine, ha annunciato azioni lungo la catena del valore del tessile. Infatti, in relazione alle emissioni di gas serra e a seguito dell’Accordo di Parigi, la Commissione europea ha presentato una serie di proposte legislative per realizzare, entro il 2030, l’obiettivo di riduzione netta delle emissioni di gas a effetto serra del 55% rispetto ai livelli del 1990.
Con ecosistema tessile s’intende la trasformazione di fibre naturali e sintetiche in filati e tessuti, produzione di filati, tessuti per la casa, tessuti medici, filtri industriali, tessuti tecnici, tappeti, vestiario, calzature e cuoio. L’ecosistema tessile è uno dei comparti più globalizzato che esista, è composto principalmente da piccole e medie imprese, che rappresentano il 99,5% delle aziende attive, dove le aziende con meno di 50 dipendenti rappresentano oltre il 90% della forza lavoro e le donne rappresentano oltre il 70% di tutti i dipendenti. I principali produttori di tessuti e abbigliamento dell’Ue si concentrano in Germania, Spagna, Francia, Italia e Portogallo, mentre oltre il 40% dell’abbigliamento dell’Ue è prodotto in Italia. Per quanto riguarda le calzature, i due terzi della produzione calzaturiera dell’Ue sono concentrati in tre paesi: Spagna, Italia e Portogallo, con l’Italia che rappresenta oltre il 50% della produzione dell’Ue. D’altronde, più del 70% dei prodotti di abbigliamento usati in Europa sono importati.
Il percorso di transizione per l’ecosistema tessile identifica otto elementi costitutivi e delinea circa 50 azioni, tra cui la promozione di pratiche, servizi e modelli aziendali circolari e sostenibili e il sostegno alle piccole e medie imprese per innovare, accelerare la transizione verde e digitale e crescere a livello internazionale. Ecco che è opportuno sviluppare anche per la moda un nuovo Bauhaus europeo, l’iniziativa che mira a tradurre il Green Deal europeo in un cambiamento tangibile che migliora la vita quotidiana dei cittadini, con il fine di promuovere e diffondere i valori Bauhaus nei settori della bellezza, della sostenibilità e dell’inclusione.
Una competitività sostenibile che incontra l’elevata domanda di prodotti sostenibili è essenziale per sostenere la transizione verso un ambiente più sostenibile di produzione sia nell’Ue che nel mondo e, per questo si mira ad avere un’etichettatura migliorata, campagne informative e incentivi per prodotti sostenibili. È altresì necessario implementare gli accordi di libero scambio, ma anche migliorare i controlli alle frontiere esterne dell’Ue, anche per contrastare le violazioni della proprietà intellettuale tanto diffusa nel mondo della moda. Dunque, è necessario rafforzare la vigilanza del mercato per l’ecosistema tessile e avvalersi delle politiche commerciali per promuovere le esportazioni e far rispettare le norme ambientali e sociali.
Bisogna, inoltre, trovare metodi comuni per valutare e confrontare i requisiti e le prestazioni di sostenibilità dei prodotti tessili nel contesto di una progettazione ecocompatibile, migliorando la tracciabilità e la trasparenza del sistema di produzione del settore tessile attraverso la creazione di un Passaporto dei Prodotti digitali. Diventa così fondamentale promuovere l’innovazione e la ricerca sulla produzione sostenibile, su processi e tecnologie innovative a bassa impronta di carbonio, sullo sviluppo di nuovi prodotti chimici sicuri e sostenibili, così da sviluppare un design e dei materiali per rendere i prodotti circolari, oltre a supportare lo sviluppo delle nuove tecnologie digitali.
Il percorso per rendere il settore tessile più ecologico comprende anche azioni dirette al miglioramento del livello delle competenze e alla riqualificazione, alla promozione di un accesso permanente all’apprendimento e alla formazione e nuove opportunità di formazione per i lavoratori qualificati.
È interessante anche l’aspetto riguardante la creazione di una domanda di prodotti sostenibili e il coinvolgimento dei consumatori nella transizione verde, lanciando delle campagne per creare consapevolezza e rimodellare i modelli di consumo all’insegna del motto ReSet the Trend #ReFashionNow (letteralmente “reimposta la tendenza ri-moda adesso”), sostenendo la durabilità dei prodotti grazie ad una diversa progettazione e un ecodesign, ma, banalmente, anche riducendo il numero di collezioni di moda all’anno.
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